SERRARA FONTANA. GIUDIZIARIA: AGGRESSIONE CON RONCOLA ALLA IESCA, IACONO DOMENICO, CONDANNATO A 3 ANNI

Il Tribunale penale di Napoli, Sesta Sezione penale, Presidente Antonio Palumbo, a conclusione di un processo noto alle cronache e durato oltre due anni, ha condannato stamattina Iacono Domenico, residente in Serrara Fontana, alla pena di anni tre di reclusione per il reato di lesioni aggravate nei confronti di Iacono Salvatore, anch’egli residente in Serrara Fontana, oltre al risarcimento dei danni da liquidarsi, in favore di quest’ultimo, in separata sede. La vittima, costituitasi parte civile, era difesa, in questo processo, dall’avv. Bruno Molinaro, mentre l’imputato era difeso dall’avv. Arturo Froio.

L’imputazione originaria, per la quale il P.M. presente in aula aveva chiesto la condanna dell’imputato alla pena di anni sei di reclusione, oltre spese, era quella del delitto di tentato omicidio per avere Domenico Iacono “compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco, consistiti nel colpire più volte con una roncola Salvatore Iacono in regioni vitali del corpo (ed in particolare al capo), a cagionare la morte del predetto: eventi non verificatisi per cause indipendenti dalla sua volontà e consistiti nella difesa della persona offesa e nella sua fuga.”
Il Tribunale ha derubricato, in sentenza, tale originaria imputazione in quella di lesioni aggravate dall’uso di arma (roncola), disponendo, altresì, l’interdizione di Domenico Iacono dai pubblici uffici.
L’avvocato Bruno Molinaro, in difesa della vittima, aveva sostenuto nella sua arringa finale che il giorno 1.2.2016, alle ore 12.00 circa, in Serrara Fontana, alla via Igino Iacono, l’imputato, alla guida di una Suzuki Vitara di colore blu, avvedutosi dell’arrivo della persona offesa Salvatore Iacono che sopraggiungeva in senso opposto con una Fiat Panda di colore bianco, accelerava improvvisamente la marcia e deliberatamente effettuava una pericolosa manovra di lato, andando così ad impattare contro la portiera anteriore sinistra della stessa.
Con tale scellerata manovra, Domenico Iacono poneva in essere, secondo il patrono di parte civile, un comportamento violento, capace di incutere paura, sbigottimento e costrizione psicologica in Salvatore Iacono.
Nulla, tuttavia, poteva far presagire ciò che di più grave ancora sarebbe poi accaduto.
Infatti, di lì a poco, Salvatore veniva attinto alle spalle da Domenico Iacono con una roncola che lo colpiva alla regione occipitale e all’avambraccio destro.
Subito dopo, per sfuggire alla furia dell’aggressore, la vittima si dava alla fuga.
In effetti, i rapporti tra i due non erano buoni, a differenza del passato, e tanto, secondo la ricostruzione effettuata dalla vittima, a causa di taluni, ripetuti comportamenti avventati e gravemente prevaricatori posti in essere da Domenico Iacono, proprietario, in Serrara Fontana, alla località “Iesca-Pezzalonga”, di un appezzamento di terreno limitrofo a quello di Salvatore.
Quest’ultimo, infatti, all’udienza del 17.5.2017, aveva, peraltro, riferito e fatto luce su tali comportamenti, evidenziando, in particolare, che, anche il giorno 29.1.2016, Domenico Iacono, dopo aver effettuato escavazioni e sbancamenti all’interno di un preesistente cellaio, ricavandone maggiore profondità e modificandone le dimensioni con notevoli incrementi planovolumetrici, aveva irresponsabilmente riversato cospicui quantitativi di terreno di risulta sul proprio fondo a quota inferiore, destinato, in gran parte, alla coltivazione e, in piccola parte, all’allevamento di animali (galline, conigli, capre, ecc.). Addirittura, pochi giorni prima dell’episodio contestato, Domenico Iacono, sempre secondo l’accusa privata, aveva inspiegabilmente distrutto a Salvatore, per ben tre volte, la recinzione che delimitava l’area da lui riservata al pascolo degli animali.

Non avendo sortito alcun effetto l’invito rivolto a Domenico a ripristinare lo stato dei luoghi, Salvatore si era visto costretto a denunciare i fatti dapprima ai CC del Comando Stazione di Barano d’Ischia, territorialmente competente, e, successivamente, il giorno 1º.2.2016, alla Polizia Locale di Serrara Fontana, essendo ravvisabili, negli stessi fatti, anche gli estremi dell’abuso edilizio in zona assoggettata a vincolo paesaggistico.

Lo scopo era, appunto, quello di invocare tutela e far cessare quanto prima l’attività lesiva mediante il sequestro delle opere prive di permesso a costruire e di autorizzazione paesaggistica.

Di tutt’altro tenore è stata, invece, la versione dell’imputato che, secondo l’avvocato Arturo Froio, nella circostanza, sarebbe stato egli stesso aggredito, nel corso di una improvvisa colluttazione, da Salvatore Iacono che, comunque, non sarebbe mai stato in pericolo di vita, per effetto delle lesioni lamentate, come riferito dal consulente del P.M. Angelo Mascolo e dal consulente della difesa Pietro Tarsitano.

Questi i fatti e le posizioni delle parti in estrema sintesi.

Occorrerà ora vedere se il P.M. si accontenterà della condanna per il reato di lesioni aggravate o insisterà, viceversa, nella tesi del tentato omicidio che, secondo la Cassazione, prescinde, comunque, dalla scarsa entità delle lesioni prodotte in concreto, dovendosi tener conto in tali casi, come ripetutamente affermato, del “diverso atteggiamento psicologico dell’agente e della differente potenzialità dell’azione lesiva, desumibili dalla sede corporea attinta. dall’idoneità dell’arma impiegata, nonchè dalle modalità dell’atto lesivo”

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