Papa Francesco, con due lettere “motu proprio”, firma un’altra storica riforma in seno alla Chiesa. Il pontefice ha infatti deciso di avallare lo “snellimento” dei processi per l’annullamento dei matrimoni religiosi.
Attualmente l’iter è complesso, lungo (e costoso): affinché le nozze religiose siano dichiarate nulle (passaggio fondamentale per avere facoltà di risposarsi in futuro in chiesa) è infatti necessario rivolgersi a un collegio di tre giudici e il procedimento prevede due gradi di giudizio.
In caso i giudici non siano concordi, inoltre, esiste un terzo grado, presso la Sacra Rota vaticana, cui spetta l’ultima sentenza.
La riforma di Bergoglio, invece, prevede un solo grado di giudizio e attribuisce la facoltà di annullamento direttamente al vescovo competente e il tempo per la celebrazione del processo sarà di massimo 30 giorni.
