Entro un mese si chiuderà l’intera inchiesta sulla Cpl Concordia per quanto riguarda gli appalti per la metanizzazione dell’isola di Ischia. E’ quanto emerso oggi dalla Procura di Modena sull’affair CPL, che vede il sostituto procuratore Musti e i magistrati Mazzei e Nicolini ormai vicinissimi al termine delle indagini e alla richiesta di processo per i vertici della coop modenese. Gli ex dirigenti della coop dovranno rispondere delle accuse di associazione a delinquere e corruzione impropria e verosimilmente finiranno a processo contemporaneamente agli indagati napoletani, ossia gli amministratori e i funzionari pubblici e gli esponenti dell’imprenditoria di Ischia che i PM di Napoli hanno individuato come “corrotti”, leggi il sindaco giosi ferrandino, il fratello massimo e il dirigente dell’ufficio tecnico, silvano arcamone.
Un binario parallelo reso possibile da uno stretto coordinamento tra le procure e i reparti dei Carabinieri che stanno collaborando da mesi per portare alla luce il sistema corruttivo sotteso agli appalti pubblici campani. Proprio per questo fine di “collegialità” lo scorso mercoledì 27 maggio i magistrati modenesi si sono recati a Roma per partecipare ad una riunione congiunta con il Comando Tutela dell’Ambiente dei Carabinieri, con il reparto operativo del Noe di Bologna e con l’Arma modenese, durante la quale sono state tracciate le linee guida per le future mosse degli inquirenti sulla grande mole di lavoro che attornia CPL Concordia.
A seguire, la Procura di Modena ha promosso un altro vertice congiunto, questa volta con i referenti della magistratura romana e napoletana. Al meeting hanno partecipato Giuseppe Pignatone, Mario Palazzo, Alfonso D’Avino, John Woodcock e Celeste Carrano, nel tentativo di rendere omogenei i diversi filoni di inchiesta che hanno travolto la coop su più fronti e in diverse località.
(da Modenatoday.it)