(Adnkronos) – “Al Presidente della Repubblica -scriveva l’allora Capo dello Stato- sembra che questo sia il momento magico in cui sperare in una reale capacità di cambiamento delle regole della politica e dell’assetto delle istituzioni democratiche e repubblicane. Ma è di ogni tradizione, di ogni forza politica, area culturale e ambito religioso, che ha bisogno l’impegno a rinnovare oggi le istituzioni democratiche ed a vivificarle domani di spirito autenticamente repubblicano: dalla nazionale, alla liberale, dalla socialista, alla laica, dalla repubblicana alla radicale, all’autonomista, a quella degli operai e contadini di storia comunista, ai credenti e ai non credenti! E tutte le forze politico-parlamentari debbono sentire questo come un impegno primario”.
“Le stagioni delle riforme istituzionali sono state sempre le stagioni della crescita delle sfide, dei rischi di una società: la primavera delle istituzioni deve essere insieme la primavera della comunità, se ad esse vogliamo che segua la maturità di un’estate in cui la Nazione italiana possa cogliere i frutti del suo passato e del suo presente, della sua storia, della sua vocazione europea e mediterranea ed essere soggetto rispettato e prezioso dell’Europa e della Comunità internazionale”.
“Una Italia moderna e civile, una Repubblica comunità vera di uomini liberi ed eguali, una Patria luogo e sentimento comune dei cittadini, uno Stato democratico fondante il diritto e garante di esso, forte del reale consenso dei cittadini, una società politica pervasa di valori e programmi e scuola di servizio e responsabilità, una comunità civile luogo di ricerca e vita della verità, del bello e del giusto. Questo dovrebbe essere il fine di una riforma delle istituzioni ed insieme di un rinnovato impegno morale e civile degli italiani che lo determini e lo accompagni”.