IL PD A PROCIDA SI RIORGANIZZA. FRANCO CERASE: “LE EMERGENZE? SISTEMA ECONOMICO ED AMBIENTE”

Franco Cerase, vecchio iscritto al PCI ed ex militante del PD, ha indirizzato una nota ai giovani del rinascente PD di Procida:

approfitto di una lettera pubblicata su Repubblica lunedì 28 gennaio per comunicare le mie riflessioni a proposito del partito in cui ho militato fino alle ultime primarie e che spiegano le ragioni per cui non ritengo di continuare a militare. Certo la mia perdita non è una gran che per il partito sia per i miei limiti che per l’età.

Riporto una sintesi dell’articolo che non può non risentire delle mie idee che però non credo ne alterino lo spirito; la lettera è di Vincenzo Visco, economista e ministro delle finanze più volte.

ORIGINI DEL MALESSERE SOCIALE

Per comprender le cause del malessere sociale che caratterizza nel nostro tempo i paesi occidentale bisogna considerare il funzionamento dell’economia mondiale degli ultimi 30 anni.

La rivoluzione iniziata da Reagan e Thatcher, ha consentito un’applicazione del sistema capitalistico nel modo più libero superando ed accantonando il precedente modello che attenuava le criticità sociali che il sistema determinava attraverso la dottrina di Keynes e il welfare state. Il mercato completamente libero, la concorrenza spietata su scala mondiale, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, la deregolamentazione, ed il ridimensionamento del settore pubblico, hanno determinato sul piano sociale risultati opposti a quelli del modello keinesiano che pur risultavano eccellenti.

Politiche monetarie non accomodanti, l’indipendenza delle banche centrali, la libertà di movimenti dei capitali, la massimizzazione degli interessi imprenditoriali, non potevano non determinare la riduzione dei costi delle imprese e di conseguenza la minimizzazione dei compensi del lavoro, la flessibilità dello stesso, la riduzione del potere sindacale in definitiva delle ragioni del lavoro. Con la globalizzazione le multinazionali hanno potuto contrastare se non addirittura annullare il potere della politica locale, unica che poteva garantire i diritti dei più deboli. Persino il modello stesso del welfare state di Keynes in questo quadro del mondo globalizzato troverebbe ostacoli notevoli stante la pratica impossibilità di una decente tassazione che avrebbe dovuto sostenere lo stato sociale. Eppure lo stesso modello keinesiano si è cercato di distruggere: proprio quando avrebbe avuto più necessità di applicazione il welfare è stato abbandonato ed addirittura reso inapplicabile.

Ma le classi meno abbienti che con la globalizzazione andavano perdendo potere di acquisto sarebbero quelle che in definitiva dovrebbero sostenere il sistema basato sui consumi che non possono che ridursi.

La distribuzione funzionale del reddito tra capitale e lavoro, che già poteva ritenersi squilibrata prima della globalizzazione ( circa 35 % per il capitale il 65% per il lavoro ) si è ulteriormente spostata di 10-15 punti a vantaggio del capitale ( oggi in Italia è di circa 50% mentre era del 60-65 % prima della globalizzazione )

Le crisi finanziarie e l’instabilità del sistema sono frequenti ed abituali: endemiche. U.S.A nell’83, e 2001: Messico 94: asiatica 97; Ltcm 98: Argentina 99; subprime 2007/2008, sono solo le principali e confermano che il sistema economico di fatto non sta in piedi: passa da una crisi alla successiva.

Il grado di indebitamento di singoli e stati è notevole, ed è usato come leva per la crescita. La crescita è indispensabile al funzionamento del sistema capitalistico, per questo è stato ideato il credito al consumo per spingere al consumo anche in mancanza di disponibilità. Ma questo non solo non riesce a produrre la crescita economica , che per giunta è esclusa da un rapporto scientifico già dal 1970, è addirittura pericolosa. La spinta alla spesa piuttosto che al risparmio, per giunta favorita dal credito al consumo non può che determinare ulteriori squilibri nella distribuzione della ricchezza. È stato stimato che negli USA il rapporto tra il reddito dei 400 più ricchi ed il 90% dei più poveri nel 2007 risultava di 10327 a 1: il sistema arricchisce i ricchi ed impoverisce sempre più gli altri . La crescita quando c’è non comporta nemmeno lontanamente una distribuzione della stessa in maniera almeno proporzionale tra la redditività del lavoro e del capitale. Una rappresentazione statistica non fornisce una corretta informazione , l’occupazione langue e staziona su valori a due cifre in tutti i paesi ricchi, non ne parliamo dei paesi poveri: l’occupazione quando c’è è precaria e mal retribuita. Il welfare scompare progressivamente non sostenuto come deve dalla fiscalità. Le aliquote fiscali sui redditi elevati sono marginali, le grandi imprese eludono la fiscalità facendo slalom tra i paradisi fiscali, corruzione e politica servile asseconda questa situazione . In definitiva la fiscalità e quindi il peso degli erari delle collettività grava su coloro ( i più deboli : disoccupati, pensionati, mal occupati, piccoli imprenditori ) che invece ne dovrebbero beneficiare.

In definitiva la globalizzazione ha sostituito al diritto del lavoro, all’equa distribuzione della ricchezza, quello delle grandi imprese e dei mercati finanziari.

Non deve sorprendere quindi la sfiducia, la paura, e la rabbia che predomina tra coloro che stanno subendo questa situazione. Oggi predomina la semplificazione sovranista e populista, e si cerca di contrastare il fenomeno migratorio ritenuto erroneamente responsabile dei problemi e non viene attribuito invece all’effetto di scelte economiche del passato.

Le soluzioni populiste non possono che essere illusorie, e le conseguenze possono essere gravi.

Sono necessarie riforme di grande portata e profondità che dovrebbero incidere sulle cause dello stato di cose che determina i fenomeni descritti.

Quanto sopra è tratto dalla lettera suddetta , ed è di un economista non certo marxista, si tratta semplicemente di una persona competente, intelligente ed onesto .

Io sono stato , come molti altri, un iscritto al PCI perché da semplice cittadino intuivo le cose descritte sopra e non conoscevo né Mark ne la società sovietica, poi mi sono trovato progressivamente a far parte di formazioni che si sono sempre più allontanate da questa visione: non si è fiatato quando si glorificava la globalizzazione e si randellavano da Seattle a Genova i giovani che , intuendo il disastro che avrebbe determinato, manifestavano contro. Quei ragazzi avevano ragione ed erano molto più lungimiranti di tanti sapientoni. Il mio partito ( che cambiava continuamente sigle ed orizzonti ) ha propagandato lenzuolate di privatizzazioni come miracolose soluzioni di sinistra, ha attuato il job act ( definizione inglese per cercare di nobilitare una stupidaggine) che ha ridotto i diritti dei lavoratori, ha attuato l’offensivo regalo degli 80€; ha ritenuto e continua a ritenere che i problemi si possano risolvere con gli investimenti per cui bisogna favorire gli stessi senza rendersi conto che ciò è un cal di brache rispetto alle imprese ecc. L’elenco di insoddisfazioni sarebbe lungo, non posso che ritenermi quindi estraneo ad una formazione politica che si allontana sempre più dai suoi valori fondanti. Il PD oggi è una formazione di destra : liberismo, mercato, ecc. e la mano invisibile di Adam Smith ( morto nel 1790) a risolvere miracolosamente i problemi . Si sforza di essere semplicemente più decente delle alte forze politiche ( queste certamente si dimostrano semplicemente indecenti , ma questo non deve determinare l’accettazione dei loro principi di base ) che si muovono nella stessa matrice. Eppure i limiti di questo sistema economico cominciano ad essere chiari persino agli economisti classici, ed addirittura ad alcuni capitalisti stessi.

So che il Pd , anche a Procida ,si stà riorganizzando e ciò, con i tempi che corrono, non può che far piacere ,in particolare se sono i giovani a farlo, ma come vecchio, che ritiene però di aver ancora una certa lucidità, non posso che segnalare l’assurdità di un sistema economico che mai come in questa epoca mostra la sua assoluta negatività sociale: gli stessi economisti classici se ne rendono conto: persino la peggiore destra ( come è già successo nel nefasto ventennio del secolo scorso ) fa leva sul malessere e fa proprie le ragioni sociali di cui è se stessa causa .

Il PD non può ignorare il malessere e non può non capire che le origini sono nel sistema che ha come obiettivo esclusivo l’arricchimento inutile e volgare di chi è già ricco : l’imprenditore. La mano invisibile di Adam Smith, pensatore della seconda metà del settecento, miracolosamente dovrebbe poi distribuire la ricchezza che si crea. Ritengo sia una visione ridicola oggi.

Non parlo dell’ambiente per il quale la concezione capitalista non è semplicemente nefasta , ma criminale. La crescita alimento di base del sistema può solo danneggiare l’ambiente sia per l’esaurimento inevitabile delle risorse che per le scorie ( spazzatura, carcasse, plastiche, calore ,ecc.) scaricate, con la massima indifferenza, sull’ambiente stesso. Si perdono risorse e si danneggia l’ambiente per arricchire i ricchi, già tali ,che aumentano le singole indecenti ricchezze e si riducono progressivamente di numero.

A voi giovani che vi proponete di riorganizzare il PD ,e lo ritengo giusto, sento il dovere di segnalare queste mie considerazioni.

Sistema economico ed ambiente sono le emergenze e devono costituire le basi su cui lavorare”.

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