Una legge regionale per tutelare e valorizzare la lingua napoletana. Mariano Rigillo testimonial d’eccezione.
“Il napoletano, come ha riconosciuto anche l’Unesco, è, a tutti gli effetti, una vera e propria lingua e, quindi, merita di essere tutelata e valorizzata anche per salvaguardare le tradizioni e la cultura del nostro territorio”.
Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha presentato una proposta di legge regionale che tutelerà e valorizzerà la lingua napoletana insieme al professor Ermete Ferraro, che ha collaborato alla stesura della proposta di legge, a Mariano Rigillo, uno degli attori napoletani che rappresentano la tradizione teatrale napoletana in Italia e nel Mondo. Tutti, nei loro interventi, hanno usato anche la lingua napoletana per presentare la legge che ha come testimonial e promotore Gianni Simioli.
“Tra le peculiarità della proposta di legge c’è l’insegnamento della lingua napoletana nelle scuole con progetti regionali e la creazione di un centro di documentazione e studi” ha detto Borrelli aggiungendo che “a promuovere e coordinare le iniziative sarà un comitato scientifico composto da sette esperti nominati dal Consiglio regionale e dalla Conferenza dei rettori delle Università campane che offriranno il loro contributo gratuitamente”.
Per il professor Ferraro “difendere la lingua napoletana significa affermare l’identità di un popolo, restituendo valore e dignità alle attività in cui esso si manifesta e, di conseguenza, rafforzarne la volontà di riscatto e di protagonismo sociale”.
“Finalmente il napoletano avrà quella tutela di cui ha bisogno” ha detto Mariano Rigillo per il quale “la nostra lingua è conosciuta nel mondo come e più dell’italiano stesso grazie all’enorme patrimonio culturale della canzone e del teatro napoletani che l’hanno fatta conoscere in tutti e cinque i continenti, tanto che quando vado all’estero è più facile trovare qualcuno che conosca qualche parola di napoletano piuttosto che qualche parola italiana”.