UN TIFOSO DELL’ISCHIA DELUSO: “VEDO SOLO IL DESERTO E DISINTERESSE”

Leonardo Sasso, tifoso storico dell’Ischia, è particolarmente deluso ed afferma “resta chiara ed evidente la sensazione che l’Ischia sia una creatura destinata a non ritornare mai ad essere nemmeno lontanissima parente di quella che fu”. 
Ecco la sua lettera aperta.
Cari amici sono anni che non scrivo dell’Ischia tanto su questa pagina che su altre. Dalla conferenza del primo di febbraio 2016 al Re Ferdinando ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata.
Sono stato a vedere qualche gara dell’Ischia in questi anni, dopo l’ultimo sciagurato campionato di serie C, e sistematicamente vince lo sconforto nel vedere cosa sia diventata la nostra squadra attraverso l’atteggiamento dei nuovi protagonisti che se é vero che, in campo, indossano la maglia dell’Ischia dimenticano che in fin dei conti stanno facendo il campionato che, senza l’attuale boria e senza l’attuale spocchia, in passato abbiamo fatto tanti di noi giocando nel Real Pineta, nel Barano o nell’Aragonese per fare qualche esempio.
La pagina scritta ieri con 3 rigori sbagliati seguiti dalle conferenze stampa in stile Champions League danno la misura del pantano nel quale il nostro calcio è sprofondato.
Dando atto del meritorio interessamento verso la nostra maglia di alcuni tifosi che hanno tenuta accesa la fiammella gialloblù e di alcune figure storiche del nostro calcio come Ciro Bilardi, Pino Taglialatela e Peppe Billone Monti che hanno dato e danno il loro contributo umano e tecnico, resta chiara ed evidente la sensazione che l’Ischia sia una creatura destinata a non ritornare mai ad essere nemmeno lontanissima parente di quella che fu.
Però dopo quasi 4 anni di assoluto silenzio nel quale, forse colpevolmente, ho solo assistito permettetemi un riferimento personale.
Per formazione culturale e politica mi sono sempre adeguato alle decisioni della maggioranza quando ho fatto parte di un gruppo, di una associazione o di una sezione di un partito politico.
Così feci, con tantissimo imbarazzo per i toni che furono usati contro Luigi Rapullino nella famosa riunione presso il New Crostolo, e così ho fatto sino al termine di quella stagione andando da solo in una giornata da tregenda a Caserta per vedere l’Ischia perdere con la Casertana ed incontrare la dirigenza, così come quando incontrai l’allora presidente Rapullino, persona semplicemente squisita, sempre da solo nella sua azienda di Acerra nel tentativo di ricucire il rapporto tra la società e l’isola. Purtroppo, e qui viene il rammarico misto al sassolino dalla scarpa da togliersi, fui facile profeta, naturalmente INASCOLTATO, quando dicevo agli irriducibili della “ischitanità” che persa quella dirigenza per battaglie di princìpi sterili ed inopportune avremmo perso non solo la serie C ma ogni opportunità di iscrizione ai campionati successivi. Così è stato.
L’ischitanità sia essa imprenditoriale, sociale e politica di fatto non esiste più e men che meno mostra ed ha mostrato in passato interesse verso lo sport e verso una maglia che in passato ci diedero lustro ed emozioni.
In quattro anni non ho letto né sentito un mea culpa da parte di coloro che, in assoluta buona fede, beninteso, ma forse presi da un eccessivo personalismo, non si resero conto che, passato l’anno degli allenamenti a Napoli, attraverso la vicinanza alla società ed alla squadra si sarebbe potuta salvare la categoria e gettare le basi per un progetto totalmente nuovo del quale si era parlato con Luigi Rapullino, al quale vanno le mie scuse per una lettera sfogo che scrissi e che non cancello dettata dalla delusione per la mancata iscrizione al campionato di serie D, riguardante i giovani, il merchandising, lo stadio Mazzella e tanto altro.
Oggi restano il deserto ed il disinteresse.
Credetemi non mi sorprendono affatto perché mi erano chiari già da quella sciagurata ultima apparizione in serie C.  Scusate lo sfogo ed i riferimenti personali.
Vi abbraccio tutti e Forza Ischia sempre ed in ogni caso.
FIRMATO LEONARDO SASSO

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