ISCHIA. Ludopatia: un termine improprio, per definire la dipendenza da gioco d’azzardo. Lo ha chiaramente sottolineato il dottor Giorgio Di Lauro, direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asl Napoli 2 Nord, intervenendo al convegno organizzato dall’associazione Pro Casamicciola Terme, martedi sera al Polifunzionale di Ischia.
“Non esiste una patologia del gioco”, ha ribadito Di Lauro, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, dei dirigenti scolastici, dei rappresentanti delle amministrazioni comunali, delle forze dell’ordine che agiscono sul territorio isolano, dei tecnici. “Il gioco non è una malattia, il gioco è gioia; la nostra vita è tutto un gioco”. Nel caso della devianza di cui al tema del convegno, si può parlare di “gioco patologico”, che si deve combattere, sradicare, evitare. “Ma si deve sostituire con l’allegria”, ha poi aggiunto il direttore Di Lauro.
Il fenomeno sulla nostra isola ha ormai assunto delle dimensioni preoccupanti, come pure hanno dimostrato con i dati i rappresentanti delle forze dell’ordine che agiscono sul territorio e, meglio di tanti altri, conoscono dati e ramificazioni del problema, in tutta la sua drammaticità.
E’ superfluo ricordare chi e come si dedica al gioco, soprattutto dinanzi alle malefiche slot machines, le cosiddette “macchinette” che hanno ormai distrutto persone e famiglie. Ma la cosa più grave è che ci troviamo di fronte ad un fenomeno che cresce nella più assoluta legalità: è stato pure sottolineato, negli interventi degli amministratori comunali presenti al convegno, come sia assolutamente assurdo che lo Stato, pur di far quadrare i conti sempre più in rosso, abbia concesso degli “sconti” ai distributori di queste macchinette mangia soldi, in tutta Italia…
Dicevamo di un fenomeno dalle cifre incredibili: “Dai controlli recenti che abbiamo effettuato in esercizi autorizzati, abbiamo constatato che si sono registrati incassi poco al di sotto del milione di euro, nell’ultimo bimestre; questo riscontro, sulla nostra isola, fa riflettere…” E’ questo il dato, nudo e crudo, riportato dalla dottoressa Stefania Grasso, vice questore aggiunto e dirigente del commissariato di polizia di Ischia.
Comunque, è il caso di dirlo, anche sul nostro piccolo territorio, esistono le “furbate”, ovvero chi ricorre ai trucchi pur di frodare lo Stato e lucrare sulla pelle delle vittime di turno. Ed è il comandante della Guardia di Finanza di Ischia, il tenente Paolo Aiello, che snocciola i dati delle attività delle fiamme gialle: “Sul territorio in questi ultimi mesi abbiamo chiuso 4 centri di scommesse che esercitavano l’attività senza le necessarie concessioni dei monopoli di Stato. Abbiamo anche constatato e sequestrato diverse slot machines appositamente modificate, che risultavano scollegate dai circuiti legali dei monopoli. Sull’isola purtroppo il fenomeno del gioco è abbastanza attivo…”
La preoccupazione del pericolo dilagante sull’isola, è palpabile dalle dichiarazioni pubbliche degli ufficiali presenti al polifunzionale. C’è pure chi, come il capitano Melissa Sipala, comandante dei carabinieri di Ischia e Procida, si abbandona a delle considerazioni sacrosante, che vengono dall’animo: “Mi stranisce ancora oggi vedere delle signore che giocano, forse perchè le immagino come custodi del focolare domestico, non me le immagino a scambiare 10 o 20 euro ogni 10 minuti per giocare alle macchinette. Una realtà che tuttora mi sconvolge”. Il capitano poi passa a delineare il nuovo scenario, la nuova frontiera del gioco, che pure miete diversi proseliti: “Uno dei problemi più difficili da seguire e da combattere è la nuova frontiera del gioco on line: ci si aliena ancora di più, all’interno della propria casa è estremamente semplice collegarsi in rete e poi con una carta di credito spendere il possibile e l’impossibile”. Cosa si può o si deve fare? Anche in questo caso, è l’unione che fa la forza: “Credo nel coordinamento – sottolinea infatti il capitano Sipala, e con lei anche gli altri colleghi delle forze dell’ordine – nell’unione di tutte le forze per combattere questo fenomeno dilagante: le istituzioni, la scuola, la famiglia, l’asl, le associazioni, perchè insieme si possa concretamente intervenire, attraverso questi incontri, lavori, tavole rotonde, per seminare qualcosa di concreto…”
Anche la chiesa è sensibile e partecipe, su questo delicato problema, pronta a fare tutta la sua parte, anch’essa nello spirito della collaborazione: è questo il senso del messaggio inviato dal nuovo vescovo, monsignor Pietro Lagnese, trasmesso al convegno da don Pasquale Trani, responsabile dell’ufficio diocesano per le famiglie.
Le scuole presenti, si sono dette disponibili ad ospitare ogni tipo di iniziativa: lo hanno detto all’unisono, per quanto di propria competenza, il preside del liceo, Gianpietro Calise e la preside della scuola media “Scotti”, Lucia Monti.
Di Amedeo Romano