Torna prepotentemente di attualità il tema del trasporto dei malati in ambulanza sui traghetti di linea. E questa ultima storia, qualora i dettagli dovessero venire tutti confermati, avrebbe davvero dell’incredibile. A restare a terra, stavolta, è stato un neonato di appena un giorno con gravi problemi di natura cardiaca, che avrebbe avuto bisogno di essere trasportato con urgenza a Pozzuoli. Ma il divieto è stato categorico.
Anche questa volta i sanitari dell’autoambulanza “Croce Rosa” hanno trovato il veto del comandante della nave. E, quindi, una volta che l’ambulanza è giunta sulla banchina del porto di Casamicciola Terme per prendere il traghetto verso Pozzuoli, non è bastata la documentazione firmata dal medico dell’ospedale di Lacco Ameno per ottenere l’imbarco. Infatti il personale della nave Caremar delle 17.30 non ha autorizzato il trasporto, costringendo l’ambulanza a tornare indietro con il neonato, con tutti i rischi del caso. L’augurio è che la famiglia del piccolo possa riuscire a provvedere in altro modo al trasporto del bimbo in terraferma e che la vicenda abbia un lieto fine.
Tante volte, troppe volte, queste storie sono assurte agli onori della cronaca. Non vorremmo che giungesse la tragedia, finora sfiorata, per mettere di fronte alle proprie responsabilità non solo questa legge “inaccettabile” ma sopratutto i tanti che non dimostrano la più piccola sensibilità di fronte all’emergenza di far giungere in terraferma persone che necessitano di cure “vitali”.