Un vescovo da sempre vicino alle istanze della popolazione isolana e ai bisogni dei più deboli: fin dal suo arrivo ad Ischia, l’11 maggio 2013, mons.Pietro Lagnese ha fatto sentire la sua voce, o meglio ha fatto notare la sua presenza, sempre in prima linea. E la prima vera battaglia nella quale è dovuto intervenire, è stata quella relativa alla salute mentale: dalla chiusura di Villa Orizzonte, il vescovo è sceso in campo, visitando costantemente i pazienti della struttura baranese, in procinto di essere trasferiti nella nuova struttura casamicciolese, Villa Stefania di piazza bagni.
E proprio sul trasferimento a villa stefania, mons.lagnese indirizzò il 14 luglio 2014 una lettera a stefano caldoro, all’epoca governatore della regione campania, rendendosi disponibile ad un eventuale incontro diretto insieme ai sindaci ischitani, pur di smuovere una situazione che restava incredibilmente di stallo. A quella nota non c’è stato mai riscontro.
E quando la vicenda Villa Stefania giunse dinanzi al Tar Campania, visto il ricorso proposto dall’ASL NA 2 nord, contro le due ordinanze del Comune di Casamicciola con cui si ordinava di ripristinare la destinazione d’uso di villa Stefania preesistente all’intervento eseguita senza alcun titolo abilitativo, ad opponendum il 9 settembre 2014 si costituì anche il Vescovo di Ischia, mons. Per Pietro Lagnese,che diede mandato all’avvocato Bruno Molinaro di «garantire la piena salvaguardia delle ragioni di solidarietà, morale, sociale e processuale, nei confronti dei pazienti psichiatrici di Villa Orizzonte».
E l’anno dopo, quando si paventava l’ipotesi di un trasferimento in terraferma per i pazienti della salute mentale, il vescovo chiese un incontro con i vertici dell’asl per scongiurare quella che lui stesso ha definito “una deportazione dei malati”.
E quando c’è stato bisogno di essere fisicamente in piazza, mons.Lagnese non si è risparmiato: il 28 luglio 2016 insieme ai sindaci con le fasce tricolori, il vescovo di ischia ha partecipato alla alla manifestazione in difesa del diritto alla salute sull’isola d’ischia.
Ed è stato lui il primo firmatario della petizione popolare avviata il 19 marzo di quest’anno dal Cudas per ottenere per l’isola d’Ischia il riconoscimento di ZONA DISAGIATA.
Oggi, il ritorno alla questione dei pazienti della salute mentale, “per i quali in queste ore si stanno prendendo altre tragiche decisioni”, scrive il vescovo in un accorato appello rivolto ai sindaci dell’isola.
Chiedendo loro di farsi portatori presso l’Azienda Sanitaria Locale della tutela dei diritti degli ex residenti della Sir e della riattivazione dei servizi della Salute mentale, compresa una nuova apertura della Sir sull’Isola.
A questa lettera ha fatto eco la risposta del direttore generale dell’asl napoli 2 nord:
“Stiamo lavorando perseguendo la Missione del Servizio Sanitario Regionale: garantire i migliori servizi sanitari possibili a chi ne ha bisogno”, scrive infatti il direttore D’Amore
“Come Azienda stiamo lavorando per ricostruire un nuovo modello di assistenza per i pazienti psichiatrici anche sull’isola di Ischia.
Siamo tutti consapevoli che la salute mentale di una comunità passa necessariamente per un nuovo modello organizzativo dell’assistenza, ma anche per una collaborazione con tutto il mondo del sociale e del volontariato che agisce sul territorio. Che l’assistenza psichiatrica non è solo somministrazione di psicofarmaci ma è soprattutto solidarietà, vicinanza umana e grande attenzione ai bisogne reale dei sofferenti psichici”.
E così è partito il bando per la ricerca di nuove sedi per la Sir e per il centro di salute mentale, sull’isola d’Ischia.
Ma è evidente che la chiesa, con il suo pastore, debitamente compulsati dai comitati e dalla società civile, certamente non demorderanno…