Roma, donna muore dopo liposuzione: tre indagati. Il centro era senza autorizzazione

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(Adnkronos) – Una donna ecuadoriana di 47 anni è morta la notte tra domenica e lunedì al Policlinico Umberto I dove è stata trasportata in gravissime condizioni dopo un intervento di liposuzione al quale si era sottoposta nel pomeriggio in uno studio medico privato. I poliziotti impegnati nelle indagini stanno effettuando accertamenti. Quello che al momento è noto è che la vittima, intorno alle 17 di domenica, si è sottoposta a una liposuzione, interrotta per le complicazioni. Alle 20.10 l’arrivo al Policlinico con un’ambulanza privata, dove le manovre di rianimazione sono proseguite per circa un’ora in sala rossa, senza successo. 

La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine. Nel procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, si ipotizza il reato di omicidio colposo. La procura ha iscritto nel registro degli indagati il chirurgo, l’anestesista e l’infermiera. La struttura, nel quartiere Torrevecchia, è stata posta sotto sequestro.  

Lo studio chirurgico operava senza autorizzazione da tredici anni. Il titolare del centro, José Gregorio Lizarraga Picciotti, 65enne peruviano, aveva avuto l’ultima autorizzazione, valida per cinque anni, nel 2007. L’uomo ha già una serie di precedenti per responsabilità medica e contro di lui erano state presentate negli anni diverse denunce per lesioni, alcune delle quali hanno portato all’apertura di procedimenti.  

Oltre al chirurgo, nel procedimento della procura di Roma, coordinato dal procuratore aggiunto Colaiocco e dal pm Andrea D’Angeli, con l’accusa di omicidio colposo sono indagati anche l’anestesista, italiano con precedenti per vicende non legate alla professione medica, e l’infermiera. Sul corpo della donna sudamericana di 47 anni, arrivata in condizioni disperate al Policlinico, domani verrà effettuata l’autopsia.  

“La medicina estetica va messa in sicurezza. Quanto accaduto a Roma segue altri episodi simili negli ultimi mesi. Avevamo già chiesto un intervento di carattere legislativo che limiti l’attività chirurgica-estetica solo a chi ha titoli e competenze”, dice all’Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri). 

“I cittadini devono sapere che chi ci mette le ‘mani addosso’ è formato per farlo al meglio – continua Anelli – Quindi si devono definire i percorsi formativi che portano a sviluppare le competenze e avere elenchi da custodire negli Ordini sulla base di questi percorsi. Le società scientifiche di riferimento si stanno muovendo e abbiamo avviato degli incontri, noi daremo il nostro contributo”.