Si è svolta questa mattina l’ispezione ministeriale all’ospedale Rizzoli, scattata per la morte della giovane mamma Sara Castigliola e per sottoporre a verifica il “punto nascita” del presidio ischitano. Sull’isola è giunta una commissione del ministero della salute composta da ben 12 professionisti, ai quali va aggiunta la delegazione regionale, di 3 componenti, tra questi anche il funzionario dott. Pietro Buono, di Barano. Ad affiancare la nutrita rappresentanza istituzionale erano presenti: la direttrice sanitaria dell’ASL Napoli 2, dott. Monica Vanni ed i vertici dell’Ospedale Rizzoli, Il direttore sanitario dell’ospedale dott. Nunzio Quinto, il primario di ginecologia dott. Luigi Stradella.
La commissione ha provveduto ad interrogare soprattutto i medici ed i paramedici che hanno avuto un ruolo durante la degenza in ospedale e durante gli interventi in sala operatoria di Sara Castigliola che per motivi ancora da accertare è morta dopo aver partorito una bambina. Le persone sono state ascoltate individualmente. (Ricordiamo che per la tragedia del Rizzoli sono stati emessi ben 6 avvisi di garanzia con l’accusa di omicidio colposo per il ginecologo Francesco Rando, il chirurgo Domenico Loffredo ed i medici Mariantonia Galano, Silvia Galletti, Marcella Marino e Roberto Buonanno).
Successivamente vi è stato un confronto tra la commissione ministeriale, la delegazione regionale ed i vertici dell’ospedale Rizzoli, sullo stato del punto nascita.
Inoltre la commissione ha provveduto ad ascoltare tutti i primari del nosocomio ed a verificare le condizioni in cui verte la struttura, nonché l’organizzazione sanitaria dei vari reparti.
Nei prossimi giorni conosceremo i risultati, o meglio il verdetto, dell’ispezione odierna.
Ma è bene sottolineare che è soprattutto il punto nascita del Rizzoli che rischia di essere soppresso. Ricordiamo che da anni il presidio, non rispettando le condizioni previste dal piano nazionale, è attivo per deroga del Ministero della Salute. I parametri richiesti, infatti, prevedono che i “punti nascita” debbano restare attivi solo se raggiungono le 500 nascite all’anno. In casi di numeri inferiori è prevista la chiusura. Ed Ischia, negli ultimi anni, raggiunge a stento le 200 nascite.
In Campania sono stati chiusi numerosi “punti nascita” perché i numeri non risultavano adeguati. Solo in casi eccezionali la deroga è stata confermata: ci riferiamo ad Ariano Irpino, area ritenuta altamente disagiata in quanto in zona montuosa e molto distante da altri presidi neonatali. E, quindi, solo la motivazioni di Ischia zona disagiata in quanto isola sta tenendo in vita per il momento il punto nascita del Rizzoli. E la speranza di tutti noi isolani è che tale deroga resti ancora per il futuro.
E’ vero che 200 nascite sono poche per Ischia per rispettare i parametri ministeriali ma non possiamo accettare che la sanità nazionale e regionale possa imporre a 200 giovani isolane di andare a partorire obbligatoriamente in continente. La nostra isola verrebbe declassata dal punto di vista sanitario, ma verrebbe declassato anche il nostro livello di civiltà.