RIPARLIAMONE ANCORA E PARLIAMO ORA. DI VINCENZO ACUNTO


A scanso di equivoci, per quanto di seguito, premetto che sono da sempre “filoamericano”, per dovere
morale verso quel popolo che liberò la vita dei miei genitori dal nazi-fascismo e per le liberalità economiche
che sono concesse alle intraprendenze imprenditoriali dei suoi concittadini. Anche se in taluni settori sono
troppe! Va, infatti, emergendo che, sempre più spesso, le dette liberalità si incrociano tra di loro e
provocano disastri di portata mondiale. Sembra una incredibile ricorrenza, ma nei fatti accade che quando
l’economia americana va in sofferenza, per motivi non facilmente comprensibili, si scatena una guerra in
qualche parte del mondo e l’America “corre” a dar manforte dietro il vessillo di “esportare democrazia”. Chi
vuole approfondire l’argomento potrà, cercando in internet, mettere in correlazione i tanti scenari mondiali
di guerre che negli ultimi 30 anni si sono accesi, con quelli economici interni della nazione americana e si
farà un’idea. Conseguenzialmente capirà anche il perché un ex presidente (che a me non sta simpatico),
ricandidandosi per il 2024, è inseguito dalla magistratura che gli contesta fatti posti in essere da altri. Arcani
misteri che però generano qualche sospetto che qualcuno identifica “nel fatto che nel solo quadriennio
trumpiano l’America non ha esportato democrazia militare o perché ha detto che con lui alla casa bianca le
ostilità in Ucraina cesserebbero in 24 ore”. Non so. Io ricordo, in tema, che quando quel “signore” in Corea
si divertiva a lanciare missili, fu chiamato a dovere da Trump e non so con quali argomenti, finirono certe
prove di morte. Soldi? Può essere. Non certamente bombe e morti! Della guerra tra Russia e Ucraina s’è
scritto tanto e si scriverà ancora e mentre l’inchiostro macchia i fogli di carta, il sangue di tanti giovani
macchia la terra ove si coltivava il grano e tante famiglie si disperano -foto1-.

Sui quotidiani, le informazioni
di guerra sono passate dalla prima alla decima pagina e nei telegiornali tra “le notizie di mezzo”, mentre
sempre più lunghe sono le carovane di esseri umani -foto2-

che vanno alla ricerca di pace e serenità.
Carovane che, in alta prevalenza, hanno come destinazione non l’America ma l’Europa ove la democrazia si
è stabilizzata senza velleità di sopraffazioni. Pur se incapace di esprimere leader di spessore mondiale in
grado di “tener botta” a certe prepotenze con “stelle e strisce”. Sigonella docet! Foto3-.

Basti considerare
che la nostra Giorgia Meloni, dall’altezza del suo metro e cinquanta, si erge politicamente come un ciclope
sui vari Scholz, Macron, Rutte, Sunak, Van der Bellen e compagnia bella. Incapaci tutti di fare una politica
comune che faccia da argine a certe filosofie per le quali il business vale sempre di più della vita umana. È
un dato di fatto, dal piccolo comune al grande stato, che la politica è diventata “strumento di gestione”
della finanza (alta o piccola che sia) che coccola gli incapaci per fare più tranquillamente i cazzi propri. Per i
quali si articolano perversi circuiti, anche sovranazionali, che vanno dai barchini per il trasporto di disperati
tra le onde, alle pseudo strutture di salvataggio, a quelle dedite all’imbrattamento dei monumenti, alla
vendita delle armi o a creare le condizioni per fare guerre. A dimostrazione di quanto detto, indico al
lettore un’intervista del giornalista, già deputato, Raniero La Valle (il curriculum è troppo lungo per
ripeterlo. Lo si trova in internet), diffusa in questi giorni dai media (visibile sul sito “affariitaliani.it”) che
parlando della guerra in Ucraina ha detto che è una “guerra comprata” da parte dei produttori di armi
americani. Aggiungendo i dettagli. Gli americani, con un presidente pescato nel cestino degli incapaci con lo
scopo di mettere insieme le tante lobbies affaristiche di quel paese, dovendo risalire la china dell’economia
fiaccata dalla pandemia e da un quadriennio senza guerre, hanno pensato bene di determinare le
condizioni perché si scatenasse la guerra in Ucraina ove, peraltro, la famiglia presidenziale era molto
addentro in affari commerciali. Alle elezioni del 2019 (con un’affluenza inferiore al 50%), per uno di quei
misteri insondabili dalle “normali” menti umane, dalle urne, imprevedibilmente, usciva vincitore Volodymyr
Zelensky che, da attore comico, diventava capo di Stato. E, senza che ne ricorressero i presupposti, tra le
prime cose, ignorando taluni patti esistenti, chiedeva di estendere la protezione NATO al territorio ucraino.
Fatto che, necessariamente, avrebbe richiesto nuove armi e nuovi business in quel settore. Gli eventi
successivi parlano da soli. Per quanto riguarda questa vetrina espositiva, desidero ricordare che il
20/02/2022, a guerra appena esplosa, scrissi “la Nato? È un’organizzazione militare nata nel 1947 con lo
scopo di impedire che i comunisti (che nell’unione sovietica avevano la loro casa di accoglienza)
invadessero il “vecchio continente” e per bilanciare l’altra organizzazione militare denominata “patto
atlantico”. Con la caduta del muro di Berlino (1989) e la conseguente disgregazione dell’impero sovietico,
tante delle vecchie repubbliche, che costituivano l’URSS, diventavano autonome dando vita ad una propria
organizzazione governativa che ha impiegato decenni per acquisire una vera forma di Stato consentendo

una certa ripresa economica. Tanto è vero che le emigrazioni, verso di noi, di polacchi, rumeni, ucraini, ed
altri si son quasi fermate. Conseguentemente al dissolvimento dell’URSS, anche l’organizzazione militare
“Patto Atlantico” si dissolse. La Nato invece no. Perché? C’era qualche minaccia da parte dei russi di voler
invadere nuovamente le vecchie repubbliche per riannetterle? Non ne abbiamo notizia. Anzi, vi è una foto
che riprendendo un momento storico (gli accordi a Pratica di Mare del 28/5/2002) vede -foto4-

il
presidente russo e quello americano che si stringono la mano su spinta del premier italiano Silvio
Berlusconi. Che è successo dopo che non sappiamo? E allora, se tanto mi dà tanto, visto che i nostri sistemi
di informazione si agitano, a dare patenti di buoni o cattivi, come in un concorso teleguidato, qualcuno ci
dovrebbe spiegare “perché, dopo oltre vent’anni e sulla falsa riga di quanto già successo in Vietnam, con
tanti morti (anche italiani), l’America ha deciso il ritiro dall’Afganistan riconsegnando il paese ai
talebani?”–“qual’ era la necessità di invadere la Libia, uccidere Gheddafi lasciando innescare una
pericolosissima polveriera nel nord-africa ed un fenomeno migratorio incontrollabile?”- Queste erano le
mie modeste osservazioni di oltre un anno fa che il prof. Raniero La Valle, in sostanza, conferma nella sua
articolata intervista che val la pena ascoltare. Nel quadro di insieme (senza patire sindromi complottiste)
penso che sarebbe interessante anche il comprendere, oggi, alcuni fatti “perché, a meno di un anno
dall’insediamento del nostro governo, è partito, dai soliti organi di informazione -nazionali e non- il lavorio
ai fianchi?” Forse la risposta la troveremo, un giorno, nella crescente popolarità che sta registrando su
tematiche care all’opinione pubblica che aumentando il consenso potrebbe mettere a rischio scenari
europei futuri -foto5-,

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, all’apertura della sessione plenaria del Parlamento Europeo, Strasburgo, Francia, 03 maggio 2022. ANSA / Filippo Attili / Ufficio stampa Palazzo Chigi +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

ove parecchie valige di banconote sono state scoperta a viaggare tra quei poco,
commendevoli, “onorevoli” che vi sono stati mandati. acuntovi@libero.it

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