Centinaia di armatori di pescherecci, provenienti da varie regioni, in sciopero da domenica notte sono scesi in piazza Santi Apostoli a Roma per far sentire la loro voce contro il caro gasolio, ultima mannaia in ordine di tempo su un settore in grande sofferenza per la riduzione delle giornate di lavoro e l’aumento dei costi. Centinaia di pescatori che in piazza chiedono al governo tetto massimo al prezzo del gasolio allo stop rate mutui.
“Oggi è il funerale della pesca italiana”. A lanciare questo laconico messaggio sono stati. “Pescatori senza futuro” e “L’Europa ci affonda, l’Italia non ci aiuta. Lasciateci lavorare!” recitano alcuni striscioni.
Sono i rappresentanti delle marinerie che svolgono la pesca a strascico quelli arrivati nella capitale, non rappresentati dalle associazioni di categoria o dai sindacati che hanno partecipato ieri al tavolo con il sottosegretario al Mipaaf Francesco Battistoni. Tanto che oggi gli armatori ‘indipendenti’, esclusi dal tavolo di ieri, hanno ottenuto un primo risultato, quello di poter avanzare le loro richieste in presenza a Battistoni che ha ricevuto una loro delegazione in rappresentanza di cinque marinerie regionali: Marche, Puglia, Calabria, Lazio e Sicilia.
Del resto i pescatori spiegano che non riescono a sostenere costi così alti con il prezzo del gasolio raddoppiato, giunto in questi giorni a 1,30 euro quando generalmente lo pagano tra i 60 e i 70 centesimi.