La sezione isolana del Partito della Rifondazione Comunista esprime sdegno, sconcerto e rabbia per l’ennesimo suicidio di un giovane omosessuale, avvenuto a Roma in questi giorni. Lapidarie le parole lasciate dal ragazzo in una lettera: “L’Italia è un Paese libero ma esiste l’omofobia e chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza.” I suicidi o i tentativi di suicidio da parte di giovani omosessuali sono un dato allarmante, basti pensare che questo è il terzo caso nell’ultimo anno solo a Roma. Lo scorso novembre uno studente 15enne del liceo scientifico Cavour si è tolto la vita impiccandosi con una sciarpa nel suo appartamento: era stato additato come omosessuale da alcuni compagni. Ad agosto si è tolto la vita un ragazzo di 14 anni che si è gettato dal terrazzo di casa. Dai dati in possesso, risulta che un omosessuale su dieci nella sua vita ha pensato al suicidio. La legge per inasprire le pene per chi commette reati di carattere omofobo è stata approvata alla Camera il mese scorso (tra le proteste di Sel, M5S e organizzazioni gay a causa dell’introduzione di un sub emendamento, partorito da Scelta civica, che salva partiti e associazioni dalle aggravanti). Esprimiamo vicinanza alla famiglia e a tutte le persone vittime di questa emarginazione quotidiana. La responsabilità di questi fatti è collettiva e non possiamo trincerarci dietro a falsi moralismi che siano di ossequio a credenze civili o religiose acriticamente acquisite, perché riteniamo l’intolleranza da condannare in ogni caso. Al contempo ci chiediamo, visto che Ischia non è estranea a questi fenomeni, quanto possano influire in vicende del genere e nel sentire comune gli scomposti proclami ad opera di figure pubbliche e di presunti professionisti, che abbassano il livello del dibattito pubblico, alimentano i pregiudizi, indugiano nello stereotipo e pettegolezzo morboso, invece di favorire la comprensione e creare varchi di accoglienza.
Circolo Rifondazione Comunista – Ischia