RIFONDAZIONE COMUNISTA ED ALTRE SIGLE: L’INPS DI ISCHIA PONTE NON DEVE MORIRE!

 Rifondazione comunista di Ischia commenta la possibile chiusura dell’Inps di Ischia ponte;
” Serpeggia nell’aria già dal lontano 2009 il sentore che per l’INPS di Ischia Ponte le cose si stessero per mettere davvero male. All’epoca, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione che interessavano l’immobile, di proprietà comunale, i dipendenti sono stati costretti a sposarsi all’interno di una stanza striminzita nel palazzo comunale e successivamente all’Agenzia delle Entrate. I costi furono affrontati dallo stesso ente, che più volte chiese il sostentamento economico da parte della proprietà, al fine di mantere un presidio essenziale per un territorio così vasto come lo è Ischia. La miope spending review sta colpendo i settori pubblici che più interessano l’utenza e non solo; è dal novembre del 2013, infatti, che lo Stato sta sottraendo alle già risicate buste paga dei dipendenti lo stipendio accessorio non rinnovando altresì contratti, e paventa mobilità e licenziamenti in forza di esuberi. La questione è alquanto ambigua visto che all’agenzia territoriale dell’Inps di Ischia Ponte l’organico è al 50% del fabbisogno (5 funzionari e 1 direttore). Il bacino d’utenza conta circa 62.800 abitanti che vanno ad intasare principalmente nei mesi di ottobre/novembre (vista l’economia dell’isola incentrata principalmente sulla stagionalità) gli uffici dell’INPS, tra pensioni e prestazioni a sostegno del reddito ( media di 50 persone al giorno ). Con questo taglio si andrebbero a risparmiare, sulle spalle come sempre della classe lavoratrice, 72.293,81 €, che potrebbero tranquillamente essere elargiti dalle amministrazioni comunali, che troppo spesso dimenticano l’importanza dei diritti necesarri per la salvaguardia della dignità del singolo cittadino. L’incontro di venerdì 20 giugno 2014 sembra voler tutelare e garantire gli “affari” dei soliti noti: sarà garantito alle aziende private e ai loro rappresentanti un percorso formativo e saranno affrontate tutte le problematiche inerenti allo spostamento e alla lontananza della sede. Purtroppo, non saranno prese in considerazione le istanze del disoccupato, del disabile, del pensionato, della donna in maternità e del genitore di un portatore di handicap, del cassaintegrato e del mobilitato. Sarà chiuso, a Ischia, l’ente per eccellenza che è più vicino e supporta con il proprio lavoro le fasce sociali più deboli. C’è già una categoria – i lavoratori marittimi – che è costretta ingiustamente a non poter usufruire di tal servizio e deve necessariamente, per l’applicazione di un diritto, rivolgersi alla sede di Castellammare di Stabia. Non vogliamo assolutamente che l’agenzia di Ischia diventi semplicisticamente un punto cliente al quale poter richiedere solo informazioni. Sarebbe il primo passo per la chiusura totale. La telematizzazione dei servizi non può e non deve sostituire la professionalità e la comprensione umana che solamente una presenza fisica può garantire. Chiediamo, quindi, un incontro urgente con la Direzione Regionale ed esortiamo fortemente le amministrazioni comunali di Ischia ad opporsi politicamente e formalmente a questa scellerata decisione.

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