REGIONE CAMPANIA. ORTI SOCIALI E PRODUZIONE DI CONSERVE, COINVOLTI DETENUTI

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irmato, questo pomeriggio, il protocollo di intesa per la creazione di orti sociali e la produzione di conserve e confetture che vedrà impegnati alcuni detenuti dell’Istituto di Santa Maria Capua Vetere.

L’accordo è stato sottoscritto al termine di un incontro alla Sala Cinese della Reggia di Portici (Napoli) sede del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e prevede l’organizzazione di orti e la realizzazione di impianti di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli nell’istituto casertano, in un’ottica di recupero e riscatto delle persone detenute.

A sottoscrivere il protocollo: la Regione Campania, la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Caserta.
    “Il dato rilevante è la sinergia di coloro che partecipano a questa iniziativa, in qualche maniera di coloro che poi assumeranno questi detenuti dediti a coltivare orti e a produrre conserve. C’è in questo un grande lavoro di squadra possibile grazie ai protagonisti di questa iniziativa. E’ un gioco di squadra in cui ciascuno fa la sua parte perché questo ennesimo progetto possa vedere la luce”, ha detto in collegamento video il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.
    “Vengono coinvolti detenuti, di media sicurezza, dell’Istituto di Santa Maria Capua Vetere, che coltiveranno orti sociali a beneficio loro e dei compagni. E poi si spera anche a beneficio di committenti esterni” ha aggiunto Lucia Castellano, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria – Li coltiveranno con la supervisione del Dipartimento di Agraria della Università degli Studi di Napoli Federico II. E’ un progetto molto bello in cui crediamo molto perché l’attività agricola riporta in un certo senso allo scandirsi del tempo, cosa che in carcere è un po’ dimenticata. Non solo, ma la cosa importante è questo lavoro sinergico con le altre istituzioni, come ad esempio il Dipartimento di Agraria. Non siamo soli ma ci sentiamo supportati dai massimi esperti del settore”.