Fiducia e una forte dose di senso civico sono parole chiave per un tavolo di lavoro che da sempre vede San Remo come vetrina nazionale sul mondo. È infatti il nostro tanto amato quanto odiato Festival nazionale che dovrebbe radunare e mostrare le più caratteristiche espressioni della nostra Terra. Come sempre, critiche e commenti di varia natura si alternano in un subbuglio di sentimenti che fungono da specchio della mentalità dell’italiano medio. L’Italia, sede principe della moda e dell’eleganza eccellente fa parlare di se. Il festival, partorito in un epoca in cui bella presenza e compostezza la facevano da padrona, sembra essere progredito, o, piuttosto, regredito, in una immagine di dubbia entità proprio perché i “pensatori del Festival”, le lobby, hanno proiettato su un proscenio con una storia importante le più strane espressioni artistiche, dando così largo consenso alla nudità o quasi! In più, quest’anno, questa attesa manifestazione nazionale si è, come dire, “rinnovata”, chiamando a gareggiare cantanti che hanno già fatto la storia del canto nazionale nel mondo ma parliamo di quaranta anni fa. Quindi, una vera furbata, direi! I “pensatori” nazionali, coloro che muovono i fili, ben sapendo che una larga fascia non guarda più il Festival e avendo contezza che oramai l’Italia è un popolo di anziani, hanno partorito la brillante idea di convocare cantanti che hanno fatto palpitare i giovani dei tempi andati e che, comunque, hanno fatto la loro degna figura! In questo modo, come per magia, l’audience è lievitsto!
Sul proscenio era molto evidente il divario tra i giovanissimi ed i rispettabili attempati, differenze tra stile, portamento, postura, eleganza ed il modo di rappresentare se stessi! Il volto del Festival, quest’anno, è stato più che mai rappresentativo di un popolo, quello italiano, che va man mano scomparendo per amalgamarsi con altri modi di essere e sostituirsi sempre più con un appiattimento di gregge che è, prima di tutto, culturale. L’Italia, maestra e regina della Bella melodia, moda, eleganza e stile scenografico, lascia il passo a petti nudi, corpi tatuati, voci grette, graffiate e spesso anche calanti. In più, L’oltraggio a Cristo e la Sua Chiesa. Non importa se si è credenti oppure no. Non importa chi pratica e chi crede in altre forme. La libertà è importante certo! Ma altrettanto importante è il rispetto! Siamo chiamati al senso civico e al rispetto per tutti, anche per i Cristiani. Tutti siamo chiamati ad accettare ed accogliere ill pensiero dell’altro che non siamo noi, non a prevaricarlo e umiliarlo buffoneggiando con strane dimostrazioni! Umili sempre! Umiliati mai! Già c’è CHI si è umiliato per tutti! Fino alla morte di Croce! Non si tratta di essere religiosi o meno. Si tratta di senso civico e rispetto! Chi non è d’accordo con Cristo e la Sua Chiesa è chiamato a rispettare comunque questa Istituzione, così come altre forme spirituali devono essere rispettate ! Infondo siamo sempre ancora l’unico Paese in cui c’è la sede papale. Ci sono molti emigranti che ogni anno attendono San Remo con trepidazione proprio per, seppure virtualmente, “toccare” la propria Terra, “sentirne” il profumo, ascoltar parlare in lingua italiana, chiudere gli occhi al suono della Bellezza di una melodia e riportarsi indietro nel tempo per immaginare di essere ancora qui, a calpestare la propria Terra. Dopo cotanto sconcio velato da falsi sentimentalismi e belle ma vuote parole, mi chiedo: Siamo noi, oggi, forse quelli ? Noi italiani ci riconosciamo in ciò che ci rappresenta nel mondo? Ciò che in queste sere si è visto ed ascoltato a San Remo è ancora specchio di ciò che siamo noi ?
Io non mi sono riconosciuto per niente!