PROCIDA SI ILLUMINA CON LE INSTALLAZIONI ARTISTICHE DE “I LUOGHI DI ELSA”

Nell’ambito del progetto “Procida, l’isola di Arturo”, cofinanziato dalla Regione Campania (POC 2014/2020), lo scorso 9 dicembre sono state inaugurate, dall’assessore alla cultura ed eventi Nico Granito, le installazioni artistiche luminose “I luoghi di Elsa”. Queste, per forme, colori e disposizione, si ispirano al famoso manoscritto della Morante e ne impreziosiscono i luoghi ed i percorsi che hanno ispirato la famosa scrittrice.

“…ho sempre saputo che l’isola, e quella mia primitiva felicità, non erano altro che una imperfetta notte…”

Al porto, le stelle, le lune: “Adesso il firmamento, a guardarlo, mi diventava un grande oceano, sparso d’innumerevoli isole, e, fra le stelle, ricercavo aguzzando lo sguardo quelle di cui conoscevo i nomi: Arturo, prima di tutte le altre, e poi le Orse, Marte, le Pleiadi, Castore e Polluce, Cassiopea…”

Si udì l’urto dei flutti, giù, contro i piccoli golfi: e io, a quel suono, vidi nel pensiero la figura dell’isola distesa nel mare, coi suoi lumini.”

Entrando nel cuore del borgo Sent’cò e salendo per il “canale” i meravigliosi coralli: “La vista dei coralli ha sempre richiamato alla mia mente la prima impressione dell’amore, con un sapore di violenza cieca e festante, d’estate precoce.”

Dalla chiesa di S Leonardo, nel centro storico, salendo per via Principe Umberto ed attraversando la suggestiva Piazza dei Martiri fino al punto più alto dell’isola, Terra Murata protagonisti sono scenografici festoni e sfere dalle luci cangianti: “…il giorno seguente fu, per noi, fin dal risveglio, una festa felice!

Quando arrivammo alla piazzetta, si vide sorgere dal mare la grande curva di un arcobaleno, che attraversava la volta dell’aria fin quasi al centro.”

Verso il sommo della salita, a sinistra, opposti alla balaustra, incominciavano i primi fabbricati del Penitenziario, con le abitazioni degli addetti, gli uffici e le infermerie. Al termine, la salita si slargava in una terrazza, che offriva su due lati la vista del mare aperto all’infinito, di una freschezza celeste. Qua sorgeva la gigantesca porta di terra murata, con la sua profonda volta di pietra, e le garitte per le sentinelle scavate nei pilastri.”

“…si udiva là sotto il mare, succhiato sotto le scanalature della scogliera, che scrosciavano ogni momento con un piccolo strepito; e fuori di questo, non s’udiva, nelle vicinanze, nessun altro rumore.”

Lungo l’asse viario principale dell’isola, da un capo all’altro, passando anche nei pressi de “I giardini di Elsa” in via Vittorio Emanuele (luogo dove è ubicato il palazzo gentilizio che ospitò negli anni ’50 la Morante proprio per la stesura del suo romanzo, all’epoca pensione Eldorado) come un firmamento luminoso protagoniste sono le stelle con le loro scie luccicanti: “Il firmamento notturno era un’immensa tenda istoriata, distesa su di me…Anzi, no, era un albero immenso, fra le sue ramificazioni le stelle stormivano come foglie…e fra quei rami c’era un unico nido, il mio, io m’addormentavo dentro questo nido…là sotto di me, intanto, m’aspettava sempre il mare, anch’esso mio…”

Le giornate estive si succedevano uguali a tutte di festa, come stelle radiose.”

Qua e là, per il cielo stracciato, erano visibili le piccole stelle dicembrine, e un’ultima falce di luna spargeva un pallidissimo barlume di crepuscolo.”

«Le installazioni artistiche luminose – dice l’assessore Nico Granito – (curate dalla SAP, società di proprietà del Comune di Procida), ed i vari interventi scenografici (curati dalle associazioni di arte misteriale) mirano a restituire all’isola quella connotazione poetica che storicamente caratterizza Procida e che vuole rendere il soggiorno sull’isola sempre un’esperienza affascinante da ripetere nei vari momenti dell’anno: “Sul punto di lasciare l’isola, come sempre m’avveniva fino dalla fanciullezza, un incanto disperato mi tratteneva là…”

E che cosa, dunque, mi lusingava ancora su quest’isola stregata? Che cosa mi tratteneva dall’abbandonarla per l’eternità?”

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