Torrido come l’aria ferragostana, il dibattito in seno al consiglio comunale si è svolto soprattutto intorno a due questioni finanziarie, l’aumento della tassa di sbarco e la vendita delle residue quote del porto turistico.
Il sindaco, Dino Ambrosino, ha evidenziato come le mancate entrate legate alla vendita degli immobili comunali, abbiano ingenerato la necessità di prevedere un’entrata sussidiaria, una “clausola di salvaguardia” che eviti il dissesto, visto come una jattura senza alcun vantaggio. Ambrosino, che ha fatto precedere alla discussione formale un post sui social in cui si dichiarava curioso di sapere quali alternative potessero offrire i consiglieri al suo piano, ha affermato che la vendita del 25 per cento residuo del porto è una soluzione che non gli piace ma inevitabile.
Il dibattito successivo è stato aperto dal consigliere Scotto di Perta in qualità di capogruppo del neonato Insieme in movimento: ricapitolando in maniera puntuale le vicende della struttura, questi ha espresso il voto contrario della propria compagine, criticando in maniera dettagliatamente aspra tanto la strategicità dell’alienazione del bene, quanto la gestione dello stesso. Scotto di Perta ha sottolineato come il rapporto con il gestore sia stato colpevolmente morbido, incapace di esigere (ad esempio) i canoni di locazione per i locali in comodato di cui usufruisce la società che, pur se producendo piccoli utili, non garantisce la redditività che ci si aspetterebbe. Infine, per il capogruppo di Insieme in movimento, questa soluzione frustrerebbe ulteriormente i diportisti isolani, non garantiti nei propri diritti.
Menico Scala, nella sua dichiarazione di voto, ha espresso il parere negativo del gruppo di cui è a capo, lamentando che la richiesta di proposte da parte del sindaco è solo di facciata. La questione dell’aumento della tassa di sbarco, invece, ha visto l’astensione del gruppo Insieme in movimento e la disponibilità al dialogo da parte dei consiglieri di Per Procida, pur con voto negativo.
Una spaccatura profondissima, in sostanza, visto il rilievo che l’amministrazione Ambrosino ha posto sulla questione del risanamento dei conti: se il sindaco invoca l’ubi maior, i suoi oppositori sottolineano come sia inconcepibile rinunciare alle opportunità che offre il porto.
“Alla fine restiamo soli: e su questo siamo ancora più soli”, ha aggiunto il sindaco per poi chiosare “Quando vinci le elezioni devi diventare classe dirigente… e per responsabilità bisogna anche rinunciare a qualcosa che pure è stata un nostro punto di forza in campagna elettorale”.
Gli scenari che si aprono, adesso, sono davvero incerti: la votazione ha visto prevalere la linea sindacale per 9 voti a 7, per quanto riguarda il porto
Giovanni scotto di carlo ha chiesto, ovemai si aumentasse realmente il contributo di sbarco, ad osare “Abbiamo giocato il primo tempo della partita in difesa: se avessimo il coraggio di osare, investendo una quota di quel gettito su un comparto cruciale quale è il turismo, potremmo garantire una possibilità alle future generazioni”.
In merito, un’apertura in termini si principio è stata concessa dal delegato al bilancio, dott. Giovanni Villani.