Dopo i recenti eventi bradisismici, è tornata d’attualità la questione che riguarda il porto di Pozzuoli. Negli anni ’80, infatti, la importante crisi bradisismica dell’epoca aveva portato l’approdo flegreo ad innalzarsi molto rispetto al livello del mare, rendendo praticamente impossibile l’ormeggio delle navi dei collegamenti. Già con le scosse di settembre, però, era stato evidenziato un sensibile innalzamento del livello del suolo, che ha fatto nascere alcuni problemi per le compagnie di navigazione, costrette ad usufruire spesso di tempi molto più dilatati nel gestire le operazioni di salita e discesa dei mezzi, specie dei tantissimi camion che quotidianamente arrivano ad Ischia per il trasporto delle merci. Oltre all’innalzamento del suolo e quindi del porto, si è alzato anche il livello della sabbia, che rende difficili le manovre dei traghetti, specie con alcune condizioni di vento. Delle tante soluzioni che nel tempo sono state ipotizzate per risolvere la questione, nessuna però è stata mai seguita fino in fondo. Per questo motivo il Tenente di Vascello Eduardo Russo, Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Pozzuoli, già lo scorso 30 aprile aveva inviato una lunga nota alla Prefettura, per cercare di sollecitare interventi in grado di migliorare la situazione, onde evitare – si legge – “provvedimenti ordinatori che possano determinare ingenti limitazioni al traffico marittimo in ingresso e in uscita” dal porto, “con conseguenze per tutti il piano di accosti con destinazione le isole di Ischia e Procida”.

