Scatta da oggi giovedì l’obbligo dei Pos e le sanzioni per tutti i commercianti che non consentiranno ai loro clienti di fare pagamenti con carte e bancomat. Evidenti i timori delle associazioni di settore e in particolare i tabaccai chiedono di essere esonerati dall’obbligo.
“La lotta all’evasione fiscale, tramite l’obbligo di accettazione di pagamenti con carta e bancomat, è un controsenso nel caso delle tabaccherie che sono, infatti, concessionarie dello Stato”, afferma Assotabaccai, spiegando che nel loro caso la tracciabilità già esiste. “E’ un provvedimento inopportuno e iniquo”, afferma Confesercenti che spiega che “per le imprese più piccole, per le quali il costo della moneta elettronica – soprattutto sulle transazioni di importo ridotto – è già molto elevato con circa 772 milioni di euro l’anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo. La strada scelta è sbagliata anche per Confcommercio: “Non si può pensare – afferma – di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese, anche potenziando lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente, e introdurre la gratuità per i cosiddetti micropagamenti”.
Un tema che sembra far breccia nel governo tanto che Intanto in parlamento è stato accolto un ordine del giorno nel quale si è impegnato a prevedere un credito d’imposta del 100% sui maggiori costi, a fronte dell’utilizzo della carta per acquisti di pochi centesimi, dai francobolli ai biglietti dell’autobus.
L’obbligo che scatta è accompagnato da una sanzione di 30 euro, a cui si aggiunge un 4% dell’importo del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Ad esempio in caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile).