Ancora un importante successo per la classe forense ischitana che potrebbe condizionare un gran numero di processi penali in corso. Oggi il Giudice Monocratico della sezione distaccata di Ischia ha dichiarato la nullità di un decreto di citazione a giudizio per omessa indicazione della possibilità di valersi dell’istituto della messa alla prova per adulti. Un istituto introdotto nel diritto penale nel 2014 e che consiste nell’affidamento dell’interessato al servizio sociale per lo svolgimento di un programma di trattamento (che può comprendere, ad esempio, attività di volontariato di rilievo sociale o il divieto di frequentazione di determinati locali) e nella prestazione di condotte riparatorie, volte alla eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, e, ove possibile, anche risarcitorie. L’esito positivo della messa in prova determina l’estinzione del reato. La Corte Costituzionale si era già espressa nel 1995 chiarendo che quando un imputato riceve un decreto di citazione a giudizio, questo deve contenere, a pena di nullità, l’avviso che l’imputato stesso può richiedere di definire il procedimento che lo vede coinvolto con l’adozione di un rito alternativo, o ricorrendo all’Istituto dell’oblazione, e questo indipendentemente dal fatto che la persona sia assistita da un avvocato o meno. La legge del 2014 ha aggiunto ai riti alternativi anche la messa alla prova per gli adulti: tuttavia, i decreti di citazione di molti dei procedimenti in corso – essendo di fatto una sorta di ciclostilati già compilati e pronti per essere riempiti con i dati del procedimento e dell’imputato – non contengono questo avviso, pur essendo stati formalmente emessi e notificati dopo l’entrata in vigore della legge. Gli avvocati ischitani, quindi, hanno sostenuto che tale pronuncia della Corte Costituzionale dovesse essere estesa anche all’istituto della messa alla prova per adulti, pena la nullità dell’atto stesso. E il Giudice ha accolto l’eccezione ìsollevata dall’avv. Nicola De Siano e dall’avv. Elia Rosciano, disponendo la restituzione degli atti al PM napoletano, affinché disponga una nuova notifica, stavolta comprensiva di tutti gli avvisi previsti dalla legge.
La domanda, a questo punto, è: quanti sono i decreti pronti per essere annullati per carenza di questa fondamentale annotazione? Qualora venissero sollevate altre eccezioni analoghe a quelle degli avvocati De Siano e Rosciano allora la rimessione degli atti alla Procura della Repubblica di Napoli riguarderebbe una grande mole di procedimenti in prima udienza.
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