Nocerina, arrestato il presidente Giovanni Citarella

Nei guai Giovanni Citarella, secondo la Guardia di Finanza sia i giocatori sia gli altri dipendenti e tesserati della società avrebbero ricevuto ingenti somme di denaro sotto banco. Bloccati 150 conti bancari. Evasa l’Iva per 34 milioni di euro. Complessivamente sono 136 gli indagati Il presidente della Nocerina, Giovanni Citarella, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. I militari, che hanno eseguito una serie di perquisizioni, hanno anche sequestrato il 42% del capitale sociale della Nocerina, squadra della Lega Pro, oltre a beni mobili ed immobili e disponibilità finanziarie per centinaia di migliaia di euro. Assieme a Citarella, 46 anni, sono finiti in carcere anche il fratello del patron della Nocerina, Christian di 44, e il cognato di quest’ultimo Alfonso Faiella di 41. Le accuse ipotizzate nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Salerno sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture false e all’intestazione fittizia di beni. L’inchiesta Un fiume di pagamenti in nero e fatturazioni per prestazioni in campo e sponsorizzazioni di calciatori con la totale evasione del fisco. E’ quanto emerge dalla inchiesta “Nuceria” condotta dalla Procura di Nocera Inferiore, che coinvolge i vertici della squadra. Giovanni Citarella, Christian Citarella e Alfonso Faiella secondo le accuse della Procura, avevano utilizzato società cartiere, tra cui molte sconosciute al fisco, per creare un sistema di sovrafatturazione di prestazioni e avere disponibilità di fondi neri da elargire ai giocatori della squadra di calcio della Nocerina. Nell’inchiesta figurano indagati 60 tesserati della compagine calcistica nell’arco di tempo tra il 2008 e il 2012; sotto inchiesta anche allenatori, magazzinieri e dipendenti della società. Indagato anche il calciatore Roberto Magliocco, ex giocatore della Salernitana, che aveva denunciato lo smarrimento di cinque assegni bancari dando il via all’inchiesta. In alcuni casi le fatture per i pagamenti ai giocatori avvenivano tramite società che nulla avevano a che vedere col mondo del calcio. Un lavoro “immane”, secondo gli inquirenti, che ha consentito di smascherare un sistema finalizzato alla evasione fiscale e ai pagamenti in nero.

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