NAPOLI. AL CARCERE DI POGGIOREALE PRESENTATA UNA FIGURINA IN MEMORIADELL’EX VICEDIRETTORE GIUSEPPE SALVIA

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L’Associazione “Figurine Forever” di Bologna ha presentato presso la Casa Circondariale
“Giuseppe Salvia” di Napoli la figurina solidale a fumetto dedicata alla memoria di Giuseppe Salvia
ed a tutte le vittime innocenti delle mafie. L’iniziativa ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione
pubblica sulla lotta alla criminalità organizzata. L’omaggio ad un uomo di Stato che nei panni di
vicedirettore del carcere di Poggioreale non arretrò davanti alla camorra e per questo, su ordine di
Raffaele Cutolo, fu ammazzato nel 1981 mentre tornava a casa da lavoro. Giuseppe Salvia amava il
Calcio Balilla e la figurina lo ritrae davanti ad un biliardino. Un modo anche di “umanizzare” chi ha
combattuto il potere mafioso e, purtroppo, è stato ucciso per questo. Ma anche di avvicinare la
figura di Salvia ed i suoi valori alle nuove generazioni attraverso il fumetto. Il disegno della figurina
è stato realizzato da Italo Mattone, docente presso la Scuola Internazionale di Comics di Napoli.
Con il ricavato sarà possibile sostenere le attività di LIBERA “Associazioni, nomi e numeri
CONTRO LE MAFIE” (www.libera.it) e della Onlus MAESTRI DI STRADA
(www.maestridistrada.it), una realtà questa profondamente radicata nel territorio di Napoli.
<<Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa – dicono i figli di Giuseppe Salvia, Antonino e
Claudio, – poiché comunica l’esempio di nostro padre in chiave particolarmente empatica. Infatti,
“raccontare” la sua persona al di fuori del ruolo istituzionale, in una scena di vita quotidiana,
serve ad avvicinare il personaggio alla gente e far capire che non servono eroi per una vita sociale
“normale”, rispettosa delle regole, e che per cambiare le cose è importante l’impegno di tutti.
Viviamo una stagione di decadimento di valori senza precedenti, un’emergenza sociale che negli
ultimi 15 giorni, a Napoli, ha prodotto 3 omicidi, senza contare il ferimento di tante altre persone, e
tutto questo per motivi legati ad una vita senza regole in cui ragazzi sfogano le loro repressioni con
la sopraffazione. Siamo in piena emergenza sociale e serve una rivoluzione culturale. Parlare di
questi esempi con una modalità narrativa empatica, più fruibile e vicina ai giovani, può essere utile
come arma per contrastare la subcultura criminale. Questa iniziativa può dare l’avvio ad ulteriori
attività sociali – continuano i fratelli Salvia – ad esempio una pellicola che racconti di uomini di
Stato come papà utilizzando le medesime tecniche narrative di altre serie tv che hanno fatto una
presa incredibile soprattutto nei confronti dei giovani innescando atti emulativi troppo spesso
negativi. Dobbiamo sostituire il concetto seducente della “legge del più forte” con quello
dell’importanza del “senso di responsabilità”. Il sistema penitenziario italiano ha bisogno di una
riforma profonda, il carcere non deve essere più considerato come l’ultimo anello della catena
sociale bensì come un punto fondamentale di ripartenza – chiudono Antonino e Claudio – di coloro
che hanno sbagliato e che vogliono realmente redimersi, la chiave di volta del sistema di inclusione
sociale, cioè del welfare>>.