La situazione attuale delle persone con disabilità in Campania è drammatica: non ci sono servizi a sufficienza e quei pochi che ci sono non sono adeguati alle esigenze delle persone con disabilità e dei loro familiari, nel quadro di una tipologia ferma a molti anni fa. L’inserimento lavorativo è un miraggio, i trasporti pubblici non garantiscono la libera mobilità sul territorio regionale, la Legge che interviene per il superamento delle barriere negli edifici privati non viene finanziata da anni. Difficoltà anche per i ragazzi disabili che frequentano le scuole. Aumentano i disabili iscritti, ma nonostante il numero crescente degli alunni gli istituti scolastici della Penisola continuano ad avere barriere che impediscono il diritto all’istruzione per tutti. Non tanto barriere fisiche, ormai la maggior parte degli istituti hanno adeguato le strutture, dalle scale ai servizi igienici, ma i principali fattori che rendono impossibile l’apprendimento sono l’assenza di segnali visivi, acustici e tattili, fondamentali per agevolare la mobilità dei disabili sensoriali, le barriere architettoniche e la mancanza di strumenti tecnologici e informatici per favorire l’inclusione scolastica. Una scuola su quattro, inoltre, non fornisce il materiale necessario agli studenti disabili per un corretto apprendimento. E troppo pochi sono ancora gli insegnati di sostegno. «Dovremmo muoverci verso un sistema che valorizza le competenze reali delle persone – ha dichiarato recentemente Raffaele Ciambrone dell’Ufficio centrale integrazione scolastica del Miur -. I piani didattici vanno adattati e personalizzati in base alle disabilità». Ma ancora solo tante parole. Nonostante le numerose difficoltà, però, il nostro sistema di inclusione scolastica, che non prevede la creazione di classi speciali, riscuote successo nei Paesi Europei che lo considerano un modello da seguire. I problemi maggiori per i ragazzi con disabilità sono quelli che incontrano al di fuori della scuola, dove le famiglie sono completamente abbandonate a loro stesse. Mancano strutture di supporto, mancano centri specializzati, ci sono poche possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e troppo spesso, negli istituti superiori, i ragazzi con disabilità rimangono parcheggiati nelle aule mentre i loro compagni frequentano stage presso le imprese. E se le difficoltà per i disabili in terraferma sono molte, lo sono ancora di più sulla nostra isola: pochi assistenti sociali e poche strutture. Problemi ancora più gravi quelli che devono affrontare i disabili che non possono più contare del supporto familiare. Lo scorso 4 febbraio, la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge che prevede la costituzione di un fondo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (90 milioni di euro per il 2016), destinato proprio alla copertura finanziaria di interventi legislativi per la tutela e l’assistenza dei disabili gravi. Ma ancora nulla di concreto. E dell’attuale situazione sulla nostra Isola si parlerà questa sera all’Isola sotto Scacco, in diretta alle ore 18.00 e in replica alle ore 22.00.