L’ISOLA E LA NATURA: UN RAPPORTO CHE VA RECUPERATO! DI ANTIMO PUCA

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La società ischitana dimostra avere sordità, cecità, insensibilità e disumanità nei confronti dei nostri luoghi naturali e più belli ma anche purtroppo, più martirizzati. La società ischitana si mostra pronta e disponibile a vivere in modo autistico, recluso, isolato, igienizzato, scafandrato e digitalizzato, secondo i dettami propagandistici di una politica egoista e promossa sul “do ut des”, pseudoscientifica, fondata sul cemento e sulla autorizzazione di scempi a cielo aperto, digitalizzata e violenta.
La maggioranza dei cittadini ha rinunciato volentieri alle proprie libertà, ai propri diritti INVIOLABILI individuali e sociali in nome di una politica che è riuscita in breve tempo a convincere masse indebolite dalla mancanza di cultura, che hanno accettato di buon grado la distruzione dei nostri luoghi storici sotto e dietro il falso nome di ristrutturazione e simili. Infliggendo in coloro che, come me, si ribellano a cotanto dissacrante silenzio assenso, il senso di colpa di essere pericolosi untori. Viviamo una crociata che con la falsa propaganda di proteggere sé stessi sa condannare il buon senso e sacrificare l’unione che fa la forza, in nome dell’isolamento digitalizzato per creare nelle menti delle masse delle nuove credenze fanatiche, che senza alcun fondamento, possono deviare la società ischitana, spingendola a dimenticare, perdere la memoria della storia e della morfologia dei propri luoghi, dimenticando finanche gli alberi mediterranei, i nostri giganti, per dare ascolto alla TV e ai pagliacci di Stato.
Abbiamo ceduto il fondamento della nostra identità culturale,quella che trova sbocco nella natura e nelle sue potenzialità e caratteristiche.
La società ischitana ha ceduto la sua memoria, e quindi la sua identità e umanità. Ciò dimostra, attraverso un olocausto psichico, la morte del pensiero critico. Il mio grido è di dolore nell’assistere inerme a cotante azioni criminali che usano la ristrutturazione, il rifacimento, come mezzo per propagandare una politica di morte contraria all’isola, alla sua natura autoctona, alle sue bellezze e alle sue meraviglie.

Ringrazio i miei figli, i giovani ischitani che spero formino un benessere fondato sul connubio convivente uomo- natura. Ringrazio la vita ed il mondo che verrà.