di Paolo Ficara – Potrei, ma non voglio. Al ‘Granillo’ si presenta una Salernitana potenziale dominatrice del girone C come organico, ma non certamente come atteggiamento. In un match che si disputa per gran parte in dieci contro dieci, la Reggina non riesce mai ad approfittare della remissività avversaria, arrendendosi al primo pallone arrivato dalle parti di Kovacsik. Un gol di Calil al 12′ decide una partita connotata dalle espulsioni di Trevisan e Rizzo, giunte a distanza di pochi minuti l’una dall’altra, e dagli scarsi contenuti tecnici.
Gli uomini previsti alla vigilia, sono gli stessi scelti da Cozza. Il modulo alla fine è 4-3-1-2, con Insigne che si piazza alle spalle delle punte rapide Di Michele e Louzada. Partono dalla panchina sia Condemi che Viola, mentre è diversa anche la disposizione a centrocampo: Maita si piazza davanti alla difesa, Rizzo ed Armellino operano da mezzali. Dall’altra parte, Menichini opta per un iniziale 3-4-3, e trova il gol appena le due punte esterne si scambiano le posizioni.
È il 12′ quando Negro riceve palla sulla destra, e non trovando grossa opposizione da Karagounis riesce a mettere in mezzo: all’altezza del dischetto, Calil ha anche il tempo di aggiustarsi il pallone sul destro per poi trafiggere Kovacsik. La gara è in notturna, ma non è un buon motivo per giustificare il colpo di sonno dell’intera difesa amaranto.
Il destino, unito all’atteggiamento remissivo della Salernitana, sembra voglia dare una mano alla Reggina. Al 14′, gran pallone in verticale di Di Michele per Louzada, steso dal già ammonito Tuia al varco dell’area di rigore. L’arbitro estrae il rosso diretto per il centrale destro granata, ordinando una punizione dal limite. Di Michele trova la barriera, ma il dato importante è che la Reggina ha la possibilità di raddrizzare il match, potendo eventualmente giocare in superiorità numerica per 75 minuti più recupero.
I nervi di Rizzo non sono però compresi nel prezzo, e saltano già al 18′: il messinese commette fallo a centrocampo, si fa ammonire per proteste, e non contento invita il direttore di gara a guardare l’ultimo film di Ficarra e Picone. Secondo giallo e doccia anche lui. La Reggina prova a premere, con Insigne che si sdoppia tra centrocampo e trequarti. Gli ospiti si risistemano con una sorta di 4-2-3, e concedono un paio di tiri dal limite ad Armellino. Prima dell’intervallo, si corre un brivido per via di un retropassaggio un po’ avventato di Insigne, sul quale Di Lorenzo perde palla ma Calil spara centralmente. Dopodichè, Cozza scambia le posizioni di Di Lorenzo ed Ungaro.
Ad inizio ripresa è ancora la Reggina, dato che la Salernitana si rintana sempre più nel proprio guscio. Menichini rinforza il settore nevralgico on l’ingresso dell’interno Bovo, rinunciando alla punta esterna Negro ed andando di 4-3-2. Stesso schieramento anche per gli amaranto, sin dall’espulsione di Rizzo, ma la posizione di Insigne a mezzala destra continua ad essere troppo dispendiosa.
La Salernitana sembra consentire alla Reggina qualsiasi tipo di giocata, rimanendo col baricentro basso e rinunciando di fatto ad attaccare. Ma gli uomini di Cozza non ne approfittano, e serve la freschezza di Salandria e Condemi per vivacizzare il match. Proprio ad un minuto dal proprio ingresso, Condemi dà il via alla prima azione pericolosa del secondo tempo: Di Michele ed Insigne provano a confezionare una palla gol per Louzada, ma un tocco impercettibile di Colombo forse toglie al brasiliano il tempo della battuta, praticamente da mezzo metro e col portiere fuori causa.
Dopo un mancato colpo di testa di Di Michele, anticipato da Colombo su un traversone di Louzada dalla destra, l’ultimo sussulto è rappresentato da una buona uscita bassa di Kovacsik, che impedisce a Giandonato di concretizzare un contropiede tra “subentrati” con Gabionetta e Bovo ispiratori. Le pile della Reggina non vengono ricaricate nemmeno dall’ingresso di Viola, e la Salernitana si prende tre punti col minimo sforzo.
Il gemellaggio tra le due tifoserie si consuma sia dentro (in termini di cori) che soprattutto fuori lo stadio. Sul rettangolo di gioco, l’ex più amato è Maurizio Lanzaro, ma tra i migliori in campo risulta Riccardo Colombo. La Reggina attuale, due punti nelle ultime sei gare, può solo sperare nelle disgrazie dell’Aversa Normanna e nella benevolenza della Figc. Ma non per sempre.
REGGINA – SALERNITANA 0-1
Rete: 12′ Calil
REGGINA (4-3-1-2): Kovacsik; Ungaro, Crescenzi, Di Lorenzo, Karagounis (82′ Viola); Rizzo, Maita (69′ Condemi), Armellino (63′ Salandria); Insigne; Louzada, Di Michele. A disposizione: Cetrangolo, Syku, Ammirati, Perrone, Viola. Allenatore: Cozza.
SALERNITANA (3-4-3): Gori; Tuia, Trevisan, Lanzaro; Colombo, Pestrin, Favasuli (80′ Giandonato), Franco; Nalini (63′ Gabionetta), Calil, Negro (51′ Bovo). A disposizione: Russo, Bianchi, Pezzella, Giandonato, Volpe. Allenatore: Menichini.
Arbitro: Fiore di Barletta
Ammoniti: Di Lorenzo, Tuia, Rizzo, Trevisan, Favasuli, Ungaro
Espulsi: 14′ Tuia per aver interrotto una chiara occasione da gol, rosso diretto; 18′ Rizzo per proteste e comportamento irriguardoso, doppia ammonizione
DA IL DISPACCIO.IT