Antimo Puca nell’editoriale di oggi mette sotto la lente d’ingrandimento la grande crisi che sta attraversando il settore Terme dell’isola d’Ischia. “La cittadinanza ischitana avverte l’urgenza di valutare quali interventi è possibile mettere in campo per evitare la svendita del patrimonio delle Nuove Terme, oggetto di procedura fallimentare, e quali quelli necessari per riaprire le Antiche Terme e tutte le Terme isolane chiuse site nei Comuni isolani”: e per la delicata questione pubblica questa lettera aperta:
Al Presidente del Parlamento Europeo e Commissione Europea.
Agli organi di stampa regionali e nazionali.
Al Prefetto.
Ai partiti politici e Gruppi parlamentari dell’ARS
Al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Alla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni
Al Presidente governatore della Giunta Regionale della Campania
Ai curatori fallimentari.
Ai Comuni isolani.
La cittadinanza ischitana avverte l’urgenza di sottoporre alla Vostra attenzione la necessità di valutare quali interventi è possibile mettere in campo per evitare la svendita del patrimonio delle Nuove Terme, oggetto di procedura fallimentare, e quali quelli necessari per riaprire le Antiche Terme e tutte le Terme isolane chiuse site nei Comuni isolani. È indispensabile un impegno della Commissione Europea, della Regione, del Prefetto e delle Istituzioni per attivare una nuova fase al fine di determinare la ripresa di un settore che da sempre ha rappresentato vanto per l’isola, per la nostra Regione e a livello nazionale. Ma soprattutto vitale per l’economia locale.
Le Nuove Terme hanno smesso di erogare prestazioni per le procedure di chiusura attivate.
Nel frattempo la struttura potrebbe essere vandalizzata e distrutta. Le Antiche Terme, invece, e tante strutture termali chiuse site nei Comuni isolani, non sono mai più entrate in funzione tranne che per qualche sporadica iniziativa. E anche esse, lasciate incustodite, potrebbero subire danni.
La situazione appena abbozzata merita una seria riflessione certamente a causa delle politiche nazionali che hanno penalizzato questo settore. Ma evidenzia anche limiti ed errori di sindaci e Amministrazioni. È necessario che si valutino con urgenza quali misure è possibile mettere in campo per il rilancio delle attività, anche ipotizzando soluzioni nuove e diversificate per gli stabilimenti e per evitare che si affermi quella che appare una conclusione inevitabile: la scomparsa delle TERME! Non provarci ci condannerebbe solo ad attendere l’asta per la vendita del patrimonio, che rischia di diventare, nonostante la grande attenzione con cui sarebbe seguita e monitorata, una svendita esposta a tentativi speculativi e/o della criminalità organizzata.
Non spetta alla cittadinanza precisare e definire un percorso, non solo perché non si hanno le competenze, ma perché la titolarità spetterebbe al Prefetto, alle Istituzioni, ad una possibile Commissione Straordinaria che potrebbe e dovrebbe guidare i Comuni, a quanti stanno curando gli aspetti concernenti il fallimento e alle parti sociali. La cittadinanza ha la speranza che si possa arrivare a definire azioni concrete, pur nella consapevolezza che il tempo a disposizione è limitato, che le procedure sono complesse e che le condizioni economiche generali in cui operare non sono le migliori. I criteri e le risorse previste nel PNRR per il settore Sanitario potrebbero però facilitare il compito. Lo smantellamento del patrimonio delle Nuove Terme darebbe un ulteriore e grave colpo ad una isola che non lo merita.
Ischia va difesa, valorizzata per le competenze di cui dispone, per la forza del mondo del lavoro e delle professioni, e per le belle e sane energie da coinvolgere pienamente rappresentate soprattutto dalle ragazze e dai ragazzi. Ischia potrà farcela, come indica anche la ripresa in alcuni settori legati al turismo e le iniziative e i programmi in corso che tutti auspichiamo si concretizzino al più presto.
Abbiamo grotte vaporose naturali uniche al mondo, un bacino idrotermale incredibilmente ricco di acque con eccellenti qualità terapeutiche, un patrimonio che dovrebbe sviluppare turismo di qualità. E invece tanti complessi termali sparsi tra i Comuni isolani sono chiusi e/o abbandonati nel degrado. Stabilimenti termali. Complessi di piscine con acque salsobromoiodiche. Parchi con piscine termali sulfuree su cui ancora si investono soldi pubblici. Per tenerli chiusi.
Sviluppo, economia e benessere negati all’intero territorio isolano. Soldi persi e soldi spesi male. Diritti negati. Richieste inascoltate. Anche quelle di chi, imprenditore di successo, avrebbe potuto prendersene cura. Risorse naturali sprecate e patrimonio immobiliare abbandonato. Un danno enorme in primis all’erario. E Regione e SovraIntendenze non ci sono. La politica è assente o mette i bastoni tra le ruote o è zittita da una burocrazia farraginosa che si rimbalza le competenze e che, alla resa dei conti, è soltanto inefficiente ed inefficace.
Ischia, baciata dal Creato, è svilita dall’uomo nonostante un trend sul turismo, e sul turismo termale in particolare, in forte ascesa. Siamo arrabbiati e sconfortati. Ma non siamo indifferenti né rassegnati.
Il Prefetto e le Istituzioni competenti dovrebbero farsi promotori di un incontro tra le parti con l’obiettivo di superare la situazione che si è venuta a creare.
In questo senso la cittadinanza auspica che la Regione e le Istituzioni competenti possano svolgere un ruolo attivo concorrendo al rilancio delle TERME quale una delle possibili leve per una nuova stagione di sviluppo del territorio isolano.