Oggi 20 maggio si festeggia la giornata in difesa delle api e della biodiversità. Molti si chiederanno, come mai è me lo sono chiesta io, come mai proprio le api? E poi sono tornata al ricordo dei miei studi e ho ricordato che il mio prof di Zoologia, ripeteva spesso: “Le api hanno un ruolo importante per la biodiversità”.
Infatti grazie alle api molti fiori vengono impollinati soprattutto quelli colorati e profumati, perché di solito quelli meno appariscenti vengono aiutati dal vento. Qui a Ischia abbiamo molti appassionati di apicoltura e, tra questi anche i figli di Loretta e Riccardo D’Ambra che oggi faranno lanciare da circa 500 bambini, bombe di terra mischiata a semi che servono alle api, e sarà una festa di bellezza e di fiori proprio nel giorno del compleanno del mai dimenticato Riccardo. Questi insetti sono anche detti insetti sociali, e infatti le api sono organizzate in società dove ci sono vari ruoli da rispettare in una ripetitività quasi incredibile. L’operaia, il fuco, la regina, l’alveare, nessun ruolo è più importante di un altro, ma c’è un rispetto mai alterato perché dalla collaborazione tra i vari ruoli viene fuori una società produttiva e organizzata. Fino a qualche secolo fa si pensava che l’ape regina fosse un re, ma poi gli studi più approfonditi hanno accettato che è una regina e che produce tantissime uova al giorno e quindi si può dire che la società delle api è una società matriarcale. I fuchi che sono I maschi, sono più lunghi di un’ape operaia e hanno occhi più grandi per vedere meglio la regina in volo, ma non hanno il pungiglione. Quindi non possono secchiare nettare. Le api operaie hanno diversi ruoli che sono elencati nelle foto allegate. Una piccola città dove non manca niente. Tante cellette esagonali con le uova da nutrire e con una sola più grande che verrà trattata meglio nutrendosi di solo pappa reale e diventando più grande delle altre e cioè l’ape regina. Quello che mi colpi quando studiai le api, furono le danze che le api operaie fanno nell’ alveare per dire alle altre dove devono andare a cercare nettare, e lo dicono con una precisione perfetta. Escono prima le operaie esploratrici e vedono dove ci sono campi di fiori colorati e profumati. Poi tornano all’alveare e fanno due tipi di danze quella circolare, e quella a otto detta anche danza del ventre perché girando muovono molto l’addome. Se hanno trovato tanto nettare fanno la danza circolare girando in tondo e a lungo. Per far capire dove si trova il nettare fanno due cerchi incrociati come un otto inclinato per dire anche l’angolo che esiste tra l’alveare e il campo dove le operaie bottinatrici devono andare. Quando lo spiegai ai miei alunni uno di loro disse: “Però prof che noia devono fare sempre le stesse cose, non si scocciano mai mi sembra una catena di montaggio senza anima”. Fu una riflessione giusta ma anche da chiarire. Certo la ripetitività fa pensare alla catena di montaggio, ma il lavoro uguale no. Questo continuo collaborare senza prevaricazioni crea una dolce armonia, come anche dovrebbe succedere nelle classi a scuola, nei vari lavori, in ogni gruppo che cerca di creare qualcosa da portare avanti. Guardiamo le api e cerchiamo di capire che forse la nostra società ha alterato i ruoli e la collaborazione è diventata spesso battaglia tra i ruoli e questo non ha dato frutti buoni, ma ha dato frutti misti e mal distribuiti, a chi tanto e a chi niente, e gli equilibri si sono alterati. E oggi spero tanto che guardando e cercando di saperne di più sulle api possiamo finalmente avere un moto d’orgoglio e riprendere a collaborare nel rispetto dei ruoli che ognuno di noi ha…Sandra