Stavolta, venti minuti, quelli finali, sono sufficienti alla Salernitana per vincere una partita che sembrava persa e ribaltare completamente i giudizi su una squadra che per un’ora abbondante aveva lasciato perplessi non solo i quasi quattrocento tifosi granata che l’avevano scortata sugli spalti del “Tursi”. Né veloce, né concreta e neppure troppo concentrata nelle due aree di rigore. La formazione di Menichini, nella prima esibizione in trasferta di questo girone C del campionato di Lega Pro, non rispetta minimamente, per larga parte del match, le consegne della vigilia del suo allenatore e addirittura offre un’immagine peggiore di quella già mostrata nel deludente debutto casalingo con il Cosenza.
Sul campo di Martina Franca, contro un altro avversario palesemente inferiore tecnicamente ma in grado di tenere botta ai granata solo sul piano della volontà e dell’impegno, Pestrin e compagni appaiono piuttosto lenti, abulici, prevedibili e quasi mai incisivi negli ultimi sedici metri. Nel primo tempo non riescono mai a rendersi pericolosi, lasciando praticamente inoperoso Bleve. Nella ripresa, addirittura, la Salernitana si presenta in campo ancora più spenta, svogliata, distratta. E, nella più classica azione di ripartenza dei pugliesi, va addirittura sotto (23’): Montalto fa da sponda per Pellecchia, che controlla di destro, con una finta mette a sedere Bianchi e poi col piede mancino calcia un pallone che finisce alle spalle dell’incolpevole Gori, in precedenza costretto a sbrogliare, In un paio di circostanze, situazioni pericolose.
Il colpo del Martina Franca, però, invece di stendere al tappeto i granata, ha l’effetto di svegliarli, rianimarli, rivitalizzarli. Perché, grazie anche all’ingresso di Negro (soprattutto) e di Mendicino, che rileva un evanescente e menomato (per i problemi fisici accusati in settimana) Gabionetta, la Salernitana, trova energie insospettate, si scatena. E mette alle corde l’avversario, lo schiaccia nella propria area di rigore, costruisce occasioni da rete in produzione industriale, si guadagna la superiorità numerica (espulso De Giorgi, al 34’, per fallo da ultimo uomo su Negro lanciato a rete), si procura un rigore (Tomi frana su Nalini e Calil è impeccabile nella trasformazione, al 38’, dagli undici metri) e capitalizza la propria superiorità numerica, proprio in extremis, con un’inzuccata vincente di Mendicino. Seppure a fiammate, e per un lasso di tempo limitato (anche a causa di una condizione fisico-atletica tutt’altro che brillante), la squadra di Menichini ritrova il sorriso, scaccia le streghe, e può proseguire nel suo processo di crescita tecnico-tattico-atletico e nell’amalgama del gruppo con l’ausilio di una classifica più consona a potenziale ed ambizioni.
l tabellino
MARTINA (4-4-1-1): Bleve, De Giorgi, Tomi (90’ st Fabiano), De Risio, Samnick, Patti, Arcidiacono, Amodio, Montalto, Pellecchia (36’ st Kalombo), Carretta. A disp: Modesti, Fabiano, Leto, Diop, Magrassi, Caruso. All.Ciullo.SALERNITANA (4-3-3): Gori; Colombo, Bianchi, Trevisan, Franco; Castiglia (32’ st Favasuli), Pestrin, Volpe (28’ st Negro); Gabionetta (21’ st Mendicino), Calil, Nalini. A disposizione: Russo, Lanzaro, Tuia, Giandonato. Allenatore: Menichini.
Arbitro: Guccini di Albano Laziale
Reti: 23’ st Pellecchia, 38’ st Calil (rigore), 45’ st Mendicino
Note: spettatori 3000 circa, di cui almeno 350 provenienti da Salerno. Ammoniti: Trevisan, Franco, Bleve, Carretta, Tomi. Espulso: 34’ st De Giorgi per fallo da ultimo uomo. Angoli: 7-9. Recuperi: 0’ pt, 4′ st.
di Enrico Scapaticci
da lacittadisalerno.gelocal.it