LA GUERRA, UN MALE CHE SOLO LA MEMORIA PUO’ SCONFIGGERE. DI ANTIMO PUCA

L’attuale guerra di aggressione della Russia di Putin contro l’Ucraina indipendente rappresenta una svolta profonda in queste terre, che fino alla Prima guerra mondiale erano veramente una mescolanza di diversità, di molti popoli e gruppi etnici, polacchi, ucraini — che allora nell’Impero absburgico venivano per lo più chiamati ruteni — ebrei, tedeschi, ma anche molti gruppi etnici più piccoli e, come ad esempio gli huzuli, strettamente imparentati con gli ucraini, ma tuttavia gruppo a sé stante con una cultura propria. E poi gli armeni, i rom e i sinti, solo per citarne alcuni. Con il risveglio del nazionalismo nel XIX secolo, questi territori furono anche percorsi da movimenti e aspirazioni nazionali che non di rado culminarono in sanguinosi conflitti. Pensiamo ad esempio alla guerra polacco-ucraina del 1918 e ’19 che si concluse con la neocostituita Polonia che rivendicava i territori per sé — e opprimeva i ruteni/ucraini che vi abitavano. Questa è storia di ieri. Oggi, in quelle Terre, l’incredibile coraggio degli aggrediti appare una barricata contro quelle che sembrano le barbare prove generali della distruzione non solo di un Paese, ma del mondo.
Che questo mondo sia ancora una volta precipitato in una sanguinosa guerra è una delle grandi tragedie che affliggono la nostra Europa, perché è una guerra in realtà diretta contro l’Europa, contro tutti i valori europei, contro la democrazia.
Credo sia quasi impossibile tracciare linee nette tra identità e culture. Fa parte della tragedia di queste terre che siano soprattutto guerre sanguinose a tracciare linee di demarcazione nette, ad esempio tra ucraini e russi. Molti ucraini, a Kiev, ma soprattutto nell’est, parlano russo, tuttavia si sentono ucraini, la lingua non ha importanza. Anche i nomi sono poco significativi. Le tempeste delle storie hanno rimescolato i popoli, ma anche le singole famiglie, hanno cancellato le identità. Spesso solo quando sono costretti alla guerra scoprono quale bandiera stanno servendo, quale Stato li reclama come soldati, come carne da macello.
Un grande studioso di questi temi, Karl Schlögel, dice che nello spazio si legge il tempo, non sparito ma per così dire depositato, contenuto nello spazio. Karl Schlögel è uno dei massimi esperti del contesto storico di queste terre. Non solo le ha studiate e raccontate, ma le ha proprio amate. Quando vedi con quale sincero dolore Schlögel parla in questi giorni dell’Ucraina aggredita e tormentata, ti prende veramente il cuore. Credo che queste terre stiano vivendo oggi una vera svolta, il cui esito è ancora incerto. Ma è una svolta, questo è certo. In questi giorni traumatici l’Ucraina si sta ritrovando, sta consolidando la sua identità. Questo è, in un certo senso, confortante, anche se in realtà da questi eventi non si può trarre nulla di positivo.
 Il male non è un accidente della storia, una devianza da correggere. No, il male è connaturata alla storia, come a ogni singolo uomo, appartiene alla sue essenza più profonda. Il male fa parte di noi, bisogna esserne consapevoli se si vuole davvero trovare una via per contenerlo e non renderlo invasivo.
Spesso, inoltre, dinanzi al suo dispiegarsi non resta nemmeno una forma di giustizia a posteriori, di verità storica che venga in qualche modo ristabilita dalle generazioni successive delle vittime. “Al male, il più delle volte, fa seguito un “non luogo a procedere”, per cui la verità, la giustizia, la responsabilità restano irrisolte, incompiute: di rado si celebra un processo che rimetta le cose al giusto posto, che separi chi ha saputo essere coraggioso e giusto da chi si è schierato dalla parte dei prepotenti”. (C. Magris).
Cosa che accade ogniqualvolta gli individui e le comunità vengono meno al dovere della memoria, alla necessità di capire che cosa è accaduto, di stabilire le responsabilità. Ricordare, cercare la verità, coltivare la memoria consente di dare voce e dignità a tutte le vittime della storia e a inchiodare chi ha fatto il male alla sua colpa. Solo quando ciò avviene, il male viene sconfitto. Non è, questa, un’impresa di poco conto.
Di Antimo Puca

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