In scena dal 2 al 4 maggio La Piccola Compagnia Impertinente con la regia si Pierluigi
Bevilacqua, alla Sala Teatro Polifunzionale, sipario ore 21.00
BRANDELLI D’ITALIA
Sarà in scena al Polifunzionale di Ischia dal 2 al 4 maggio “Brandelli d’Italia” di Pierluigi
Bevilacqua. Uno spettacolo corale dal carattere spiccatamente politico, per uno sguardo
ironico e disincantato sulle piccole e grandi miserie del nostro Paese. Frutto del lavoro di
un anno della scuola di teatro della Piccola Compagnia Impertinente con sede a Foggia,
Brandelli d’Italia nasce dalla consapevolezza che descrivere questo paese non è affatto
un’impresa semplice: ci sono troppe diversità, troppi punti di vista capaci di spiazzare uniti
ad un’abbondante dose di cinismo e, in questi ultimi tempi, di sconforto. Ma l’Italia è allo
stesso tempo anche quel luogo dove si dimenticano i problemi con una grande capacità
“circense”: il fare festa è così diventata una dimensione alternativa, in cui tutto ciò che non ci
sta bene viene messo da parte, una sorta di rito di purificazione che continua a compiersi, a
cadenza annuale. Brandelli d’Italia sceglie di soffermarsi su temi attuali significativi come la
comunicazione televisiva, la volgarità, la politica faziosa, la partenza e l’immigrazione coatta,
quella condizione che non ha più le vesti dell’estrema povertà fisica, ma quelle dell’anima,
del dispiacere per il non poter appartenere, per il cambiamento mai avvenuto.
NOTE DI REGIA di Pierluigi Bevilacqua
Pensare ad uno spettacolo dal tema “politico” da realizzare in forma corale non è stata una
buona idea. Così ci è capitato di doverci fermare a pensare a metà del percorso, quando
il lavoro di improvvisazione non portava che accenni di testo. Quello che ne è venuto
fuori è uno spettacolo che si pone alcuni interrogativi, quelli a cui ogni giorno dovremmo
almeno provare a dare una risposta: È un paese in rovina questo? O lo è sempre stato, e la
condizione di precarietà perenne è la nostra arma migliore? Sembra di essere in costante
attesa di una rivoluzione, la guerra ci passa accanto, ma noi rimandiamo. Abbiamo sempre
qualcosa prima da fare. Festeggiare, per esempio.