l Comune di Napoli organizza ogni anno un progetto umanitario di socializzazione con la popolazione sahrawi, accogliendo diversi bambini che partecipano ad attività ricreative e vengono sottoposti a visite mediche di base. Napoli dimostra così la propria solidarietà verso questa popolazione, per lungo tempo schiava delle guerre e del colonialismo.
Vogliamo dare anche da Ischia il nostro piccolo contributo a questa lodevole e importante iniziativa; per questo organizzeremo nei prossimi giorni una raccolta di indumenti da donare alla delegazione che giungerà a napoli agli inizi di luglio nella speranza che il governo centrale, segua e intensifichi quelle che sono le attività poste in essere dal Comune di Napoli, riconosca e si attivi a livello internazionale per il riconoscimento del Sahrawi e della sua popolazione.
Il popolo del Saharawi pur essendo da secoli una Nazione, non ha la sua terra e vive in esilio. Questo piccolo e fiero popolo resiste in parte nelle tendolopoli all’estremo sud del deserto algerino ed in parte nel suo antico territorio oggi “occupato” dal Marocco.
La sua terra è l’ex Sahara occidentale spagnolo, che si stende sull’Atlantico, e confina con Marocco, Algeria, Mauritania.
Nel 1973 nasce il fronte di liberazione Polisario (Fronte popolare di liberazione del Saguia el-Hamra e del Rio de Oro) ed è l’inizio della lotta armata. L’escalation della violenza, dei bombardamenti e dei massacri costringe decine di migliaia di persone alla fuga verso i territori sotto il controllo del Fronte Polisario.
Nel 1976, quando si ritirano gli spagnoli, viene proclamata la Repubblica Democratica Araba Saharawi. Ma immediatamente il Marocco invade il Paese e ne prende il controllo. Dagli anni ’80, con l’esacerbarsi del conflitto, il Marocco mette sotto controllo il territorio con muri difensivi e inizia una colonizzazione di popolamento. Da allora una parte di questo popolo, per sfuggire al genocidio, si è rifugiata nel deserto algerino (Hammada di Tindouf) e ha dato vita alla straordinaria epopea delle tendopoli dell’esilio.
Dal 21 maggio 2005 nei Territori occupati del Sahara Occidentale è in corso una resistenza popolare, nonviolenta, per protestare contro la violazione sistematica dei diritti fondamentali. I saharawi chiedono la fine dell’occupazione della propria patria da parte del Marocco e la possibilità di scegliere, con un referendum di autodeterminazione, il proprio futuro, come stabilito dalle Nazioni Unite.
La risposta delle autorità marocchine contro i manifestanti è stata violentissima, e una repressione anche più forte si è abbattuta sulla popolazione dei Territori occupati. Non si contano più i feriti, i maltrattamenti, gli arresti arbitrari, i casi di tortura. Particolarmente presi di mira sono gli attivisti dei diritti umani, quasi tutti arrestati.
Riteniamo che, oltre alle iniziative diplomatiche in corso, la solidarietà internazionale possa servire da un lato come di vicinanza e affetto, dall’ altro come azione concreta per alleviare la gia dura situazione della popolazione Sahrawi.