ISCHIA LECCE. UN’IMPRESA CHE ALIMENTA LA SPERANZA

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Ischia- Lecce, che partita, anzi che sfida! Al Mazzella si attendeva la squadra di Miccoli, una squadra di blasone, vista già sul finire degli anni 90; era il 1995-96 la lega pro, si chiamava C1 ed era formata da due gironi. Il girone B era quello meridionale. Il Lecce riuscì a vincere al Mazzella per 2-1, era il 10 marzo, arbitrava un giovanissimo Rosetti, segnò una doppietta Palmieri, per l’Ischia andò a rete Falanga; dopo di allora mentre i giallorossi hanno legato la loro storia a campionati di serie A e B, l’Ischia finiva in quelli dilettanti. Oggi le due formazioni sono tornate ad affrontarsi, e l’Ischia ha restituito a distanza di circa 19 anni, pan per focaccia: stesso risultato, e doppietta del suo marcatore. Smentiti tutti i pronostici della vigilia. E che festa alla fine al Mazzella: Con il pubblico a chiamare sotto di sé la squadra ed ad urlare insieme la gioia del successo. Ma quella di oggi è stata molto di più di una partita di calcio. A pallone si è giocato solo fino al 2-1 per l’Ischia, fino al 49’. Dopo è cambiato lo sport, è sembrata per lunghi tratti una gara di Rugby con il Lecce che cercava di guadagnare metri con tante “touche” e poi mischie in area, confronti e scontri fisici, maglie allungate, e tanti faccia a faccia dopo ogni fallo. Con i giallorossi salentini quasi indispettiti dallo svantaggio, pronti a provocare ad ogni occasione ed i gialloblu ischitani attenti a non cadere nel tranello, ma senza mai abbassare lo sguardo e con la fierezza di chi è consapevole di meritarsi quanto sta ottenendo, e perciò non disposto a cedere nulla. E se fino al 49’ avevamo apprezzato gli alfieri del goal Schetter e soprattutto Ciotola ora nel il fango ecco emergere ed illuminarsi i gladiatori gialloblu: Sirignano su tutti. Fisico, lineamenti, interventi aerei ed in scivolata, rubati alla “arena romana”. E con lui i compagni di reparto, Empereur e Impagliazzo, nonché Finizio e De Agostini, pronti a seguirlo ed ad immolarsi per difendere il forte gialloblu. Giordano attento a guardare le spalle a tutti, perché tutti, ma proprio tutti hanno giocato con il cuore e sputato anche l’anima. A dirigere l’orchestra Agenore Maurizi, oggi protagonista a bordo campo, quasi fosse stato anche lui in campo… Non sappiamo se vada più elogiato l’allenatore di calciatori o la guida capace di trasformare una squadra di calcio in un gruppo compatto, disposto a divenire un solo corpo, per poter raggiungere l’obiettivo finale. Molti meriti sono comunque suoi. La distanza dalla meta è ancora lunga, ma la prestazione di oggi darà certamente un’ulteriore iniezione di fiducia. E poter continuare a sperare in un sogno è quanto chiedevano i tantissimi tifosi gialloblu che hanno lasciato la voce sulle tribune, ma hanno portato a casa gioia e soddisfazione per l’impresa: un 2-1 al Lecce non è un regalo di tutti i giorni.