Una lunga striscia nera, tra il verde degli alberi rimasti e tre lingue di terreno, che salgono verso la sommità della collina. Così si presenta il Montagnone di Ischia, a chi alza lo sguardo venendo da S.Alessandro, il giorno dopo l’incendio che ha improvvisamente e drammaticamente interessato una vasta area. Tre ore di vero inferno, come testimoniano le immagini, alimentate dal forte vento che ha spirato sull’isola. Un pomeriggio di grande mobilitazione per vigili del fuoco e volontari della protezione civile, che hanno provato a circoscrivere le fiamme impetuose ed ardenti, dai vari versanti. Il problema erano, manco a dirlo, le abitazioni circostanti, ma anche quelle sistemate più a valle, su via quercia e sulla cinta delle pendici del monte. Subito però si è circoscritto il tutto, per gli abitanti nessun problema, come ha precisato lo stesso sindaco Enzo Ferrandino.
Ma comunque il timore era tanto, misto ad un sentimento negativo nei confronti di chi, anche se non deliberatamente, ha acceso la miccia per poi farsi sfuggire di mano la situazione.
Tanti i terreni coltivati, sistemati tutt’attorno alla zona colpita dall’incendio, che hanno fatto da argine, limitando il dilagare delle fiamme.
Alla base del tutto, subito si è esclusa l’origine dolosa. Probabilmente un’operazione di pulizia di sterpaglie finita a fuoco.
Certo è che la nostra montagna continua a portare con sé le ferite di incendi e di frane: nessun versante è rimasto illeso o non intaccato dal fuoco negli anni, al suo posto restano le macchie di ettari di bosco ricoperto dal nero della cenere o dagli scheletri degli alberi vinti dal fuoco. Altrove invece, ahimè, ci ha pensato la pioggia, con i suoi disastri e la scia di morte e devastazione…
Non osiamo immaginare i riflessi di quanto potrebbe accadere, su un terreno brullo e devastato dalle fiamme…
Di certo, dobbiamo solo annotare che, purtroppo Ischia diventa sempre meno “l’isola verde”…