– Realizzazione di un argine per contrastare l’ingressione marina.
– Installazione di un sistema di drenaggio, raccolta e pompaggio dell’acqua.
– Implementazione di valvole di non ritorno per prevenire nuove infiltrazioni.
Un Investimento di 6,3 Milioni di Euro ottenuto dalla Regione Campania.
La sintesi, brutale, è questa: se ci fossero stati i soldi, cioè se chi ha ottenuto le autorizzazioni per realizzare il porto avesse chiesto una disponibilità economica concreta, i lavori a quest’ora probabilmente sarebbero già finiti. Ed invece l’opera che avrebbe dovuto dare nuova vita al Litorale è al palo. E il suo futuro? Come canta Tonino Carotone, in questo “mondo difficile” il futuro è assolutamente “incerto”.

(Antimo Puca)
Il progetto è inteso a limitare e contenere il fenomeno erosivo che interessa la costa e a proteggere le strutture dall’ingressione marina.
Il sindaco ci informa che “..è normale che un progetto così complesso abbia dei ritardi e causa la fornitura di alcuni componenti purtroppo non finiranno i lavori in tempo..”
Quindi, come amministrazione potevano fare qualcosa per prevedere questi ritardi?
Hanno messo in campo gli sforzi necessari per identificare soluzioni al problema che potessero evitare di lasciare con la Pasqua alle porte, ponte molto lungo ed inizio di stagione, quella situazione ?
Hanno creato un danno sbagliando la programmazione dei lavori e non assicurandosi che le forniture dei materiali fossero in tempo?
Si poteva prevedere di intervenire programmando un incremento di personale, ammesso che ci fossero le risorse economiche per poterlo fare?
Il nostro territorio è la materia prima per “fare turismo”. Fare turismo, promuovere cultura turistica significa lavorare insieme per la sua tutela.
La scelta per la speculazione immediata distrugge qualsiasi vocazione turistica. I Comuni sono destinati ad implodere sulle loro illusioni.
I nostri politicanti e i loro giullari si dimostrano insensibili alle più elementari esigenze di un comparto che da solo potrebbe essere veramente trainante per la nostra economia. Delegati di turno si riempiono la bocca di parole sensibili ma vuote come: le acque, il turismo eco-compatibile, l’enogastronomia, il miglioramento dei servizi dedicati al turista. E non solo: la viabilità, cabina di regia, fare sistema.
Il turismo tanto citato e strumentalizzato subisce la devastante immagine di tante zone con lavori pubblici bloccati o ancora in corso. Percorrere i nostri luoghi ci fa ammirare scempi creati in nome di uno sviluppo che ci sta soffocando e che i più ancora difendono.
Il lungomare Cristoforo Colombo CasaMicciola è una zona interessata ad una attività portuale, commerciale e turistica. La demolizione del Capriccio ha un senso visto la necessità di un volume già perfettamente consolidato ed inserito nell’ambiente urbano ed utile per lo sviluppo portuale e turistico della zona ?
Questa è la lungimiranza della politica isolana preposta allo sviluppo turistico. Comuni che ancora sostengono voler diventare protagonisti della vocazione turistica confinano con altri in cui neppure si capiscono questi discorsi e si lasciano in bella mostra le più orribili manifestazioni di degrado simile alle peggiori periferie.
Tutti difendono i programmi per il turismo: quelli del proprio campanile.
Questo turismo malato che più volte ho definito terminale si rivela l’ennesimo flop di una politica che non gli ha mai riconosciuto la dignità che meriterebbe.
La politica difende la sua colpevole ignoranza commissionando consulenze tanto costose quanto banali e inutili: fumo negli occhi per confondere gli occhi di chi non vuole vedere, sentire, parlare. Tutti occupati a tutelare le proprie poltrone sguazzano in perfetta complicità le varie unioni di categoria al servizio di pochi. Molto pochi
I lavori pubblici sono Humus ideale per favoritismi clientelari, accordi e promesse di ogni tipo.
Naturale conseguenza di un comportamento tanto avverso alle reali esigenze di imprenditori, commercianti e cittadini provoca il loro scoraggiamento, il loro disinteresse per migliaia di stucchevoli iniziative inventate ad hoc per creare nebbia davanti agli occhi dei meno attenti. Nulla di concreto. Solo fumo e discorsi cui nessuno crede più.
Un turismo più legato al territorio esige il suo rispetto, coinvolgimento reale di tutti gli operatori del settore. Esige regole uguali a quelle vigenti nei territori a noi vicini e concorrenti. Esige finanziamenti uguali ai loro. Esige più trasparenza, vincoli altrettanto severi da rispettare. Esige montagne e colline più tutelate e mantenute. Esige più ambientalismo ispirato alla saggezza dei nostri vecchi piuttosto che a estremismi insulsi che spesso impediscono anche di pulire un sentiero. Esige tecnici comunali con minore autonomia interpretativa. Regole condivise da tutto il nostro territorio.
Medicine amare a cui nessuno si possa sottrarre.
Altro che edili collocati in cantieri aperti
Aperti al turista coraggioso.
di Antimo Puca