ISCHIA. IL MIRAGGIO DELLA PISCINA PER DISABILI, ROSA IACONO SCRIVE AL PREFETTO

Rosa Iacono Presidente dell’Associazione Croce Rosa Ischia Soccorso e dell’Associazione Disabili Isola d’Ischia ha scritto al Prefetto Michele Di Bari una lettera per raccontare la vicenda della costruenda piscina per disabili, opera iniziata, ma mai completata.

La lettera recita:

“Gentilissimo sig. Prefetto,

sono stata mamma di un bambino disabile nato negli anni 70 del secolo scorso.  All’epoca, avere un disabile in famiglia, oltre a rappresentare un gravissimo disagio, era addirittura considerata una cosa da tenere nascosta della quale, quasi, ci si doveva vergognare.

Ma io non mi sono avvilita, né mi sono mai commiserata. Ho considerato la cosa come una prova alla quale il Signore mi aveva sottoposta, “un figlio è sempre un dono di Dio” ed io così l’ho sempre considerato sin dal primo momento.

Ho intrapreso tante di quelle battaglie per l’abbattimento delle barriere architettoniche e per il riconoscimento dei diritti dei disabili che sarebbe lungo enumerare, ovviamente non solo per la mia particolare situazione familiare, ma per l’intera popolazione isolana e per questo sono conosciuta sulla nostra bella isola d’Ischia.

Sono stata fondatrice, insieme ad altri genitori che avevano il mio stesso problema, dell’Associazione Isolana Portatori di Handicap e poi fondatrice e presidente dell’A.D.I. (Associazione Disabili Ischia).

In tale qualità, all’inizio degli anni 90, quando nel comune di Ischia si costruì la prima ed unica piscina comunale per la cittadinanza di tutta l’isola, ebbi l’idea di affiancare, in quei pressi, una VASCA TERAPEUTICA PER DISABILI ben conoscendo i vantaggi che la terapia in acqua apportasse soprattutto a persone con problemi di motilità.

Dopo tanto penare, finalmente nel 1995 il comune di Ischia, con Deliberazione n. 68 del 28.09.1995 approva uno schema di convenzione per la concessione in uso di un locale grezzo, all’interno della piscina comunale, a favore dell’A.D.I.,  per la costruzione e gestione di una vasca terapeutica per disabili. (vedi all. 1)

Immediatamente dopo, in qualità di presidente dell’A.D.I., lancio una sottoscrizione pubblica per la raccolta di fondi per la realizzazione dell’opera. La sottoscrizione raccoglie numerosi consensi per cui viene presentato al comune di Ischia un progetto esaminato dalla Commissione Edilizia BB.AA. In data 03.04.1997. (All. n. 2)

Si continua così nella raccolta di fondi e il 13.05.1998 si dà inizio ai lavori di riadattamento dei locali dati in concessione come da comunicazione allo stesso comune. (All. n. 3)

Nello stesso anno si passa alla costruzione della vasca ed all’installazione del relativo sollevatore. 

Ma gli stessi lavori non potevano essere completati anche per la sopravvenienza di alcuni ostacoli burocratici per il cui superamento occorreva una successiva Concessione Edilizia.

In data 05.04.2000 l’A.D.I. presenta un’istanza al comune di Ischia richiedendo un ulteriore titolo abilitativo edilizio per il completamento della piscina fisioterapica, a seguito della quale, il comune di Ischia, prima con Decreto n. 89 dell’08.09.2000 e successiva Concessione Edilizia  n. 08 dell’11.01.2001 rilascia all’Associazione il relativo titolo abilitativo anche con il visto della Soprintendenza ai Beni Architettonici ed Ambientali di Napoli n. 32241 del 07.11.2000. (Vedi all. n. 4 e all. n. 5)

Successivamente, nel giro di circa 1 anno, i lavori vengono completati e viene richiesto al comune di provvedere, in qualità di proprietario dei locali, alla richiesta di fornitura di energia elettrica e alla relativa immissione in fogna degli scarichi idrici.

Tale richiesta rimaneva inevasa per tanti anni ed alle nostre reiterate sollecitazioni ci veniva osservato che esistevano difficoltà di ordine burocratico non meglio specificateci.

Nel frattempo, i locali datoci in concessione vengono invasi da notevoli infiltrazioni idriche provenienti dai bagni della sovrastante piscina comunale appena ristrutturati.

Oltre a ciò i locali stessi subivano reiterati atti di sciacallaggio e di vandalismi consistenti nello sventramento e furto dell’intero impianto elettrico compresi i quadri generali di comando e le singole apparecchiature.

 La gravità della situazione veniva denunciata più volte, in primis al comune di Ischia, senza ottenere alcuna risposta in merito. Successivamente, visto il perdurare del silenzio e l’inattività dell’Autorità comunale, la sottoscritta annunciava pubblicamente uno sciopero della fame a partire dal 23.10.2012 presso il comune stesso che si prolungava per alcuni giorni. (vedi all. n. 6)

Ma nulla si muoveva!

In data 15.12.2014 con nota di cui al protocollo comunale n. 31074  l’A.D.I. inviava al comune di Ischia un ATTO DI SIGNIFICAZIONE E DIFFIDA nel quale, premesso una breve storia di tutto l’iter trascorso, si diffidava l’Autorità Comunale ad adottare ogni provvedimento atto alla risoluzione della cancrenosa situazione determinatasi a seguito soprattutto del deterioramento di tutta l’impiantistica installata, sollevatore e quant’altro, causato dall’infiltrazioni idriche e dalla mancanza sei servizi elettrici e fognari. (Alleg. n. 7)

Ma anche quest’ultimo atto non ha avuto alcun esito positivo.

Nel frattempo ho avuto la perdita di mio figlio, la malattia e successiva morte di mio marito ed infine serissimi miei problemi di salute, con più ricoveri ospedalieri, che hanno bloccato materialmente la mia operatività per alcuni anni.

Ma venendo agli ultimi accadimenti, vi è da aggiungere che, da qualche anno, avvalendomi anche della collaborazione di un valido e qualificato studio tecnico, siamo riusciti ad avere alcuni incontri con l’attuale sindaco di Ischia nella persona del dott. Enzo Ferrandino, il quale, a parole, si è sempre dimostrato favorevole all’avvio a soluzione della problematica affidando ai propri collaboratori e funzionari del comune stesso, il compito di trovare canali attraverso i quali si potesse giungere alla soluzione dell’annosa questione di cui si parla.

Ma, nel frattempo, le problematiche pare si siano ulteriormente aggravate: la stessa piscina comunale non è più fruibile a causa di problemi strutturali ai quali sono interessati, purtroppo, anche i locali datoci in convenzione per la costruenda vasca terapeudica.

A questo punto, siamo nel buio più completo! Che fare? Mi sento completamente delusa, distrutta e amareggiata.

Penso a tutte le persone, imprenditori, albergatori che mi hanno aiutato economicamente a portare avanti questo progetto e anche a tutti i comuni cittadini isolani che hanno creduto in me, nella mia persona offrendo piccoli contributi, quanto potevano, anche a costo di sacrifici.

 A tutti costoro, di fronte ai quali sento, mio malgrado, di aver tradito la loro fiducia, chiedo umilmente scusa per tutto questo ritardo, ma, allo stesso tempo, prometto loro di battermi con tutte le forze che il Signore mi vorrà concedere, fino alla fine.

Non mollerò mai nel proposito di portar avanti questo progetto perché la nostra bella ed apprezzata isola, assieme alla piscina comunale che si dovrà ricostruire, in qualche modo, dovrà avere anche la VASCA TERAPEUDICA per i diversamente abili che, a mio parere, hanno più diritto dei normodotati a usufruire di questo importante servizio.

Io dico sempre:                                      HANDICAPPATI 

                                                LO SI PUO’ NASCERE O DIVENTARE, 

                                                                 EMARGINATI 

                                       LO SI E’ PER L’INDIFFERENZA DELLA GENTE.

                                                                                                         ROSA IACONO”

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