ISCHIA, DIVELTO IL CANCELLO DELLA CHIESETTA DI FINE ‘‘400 DI SANT’ANNA: ATTO VANDALICO, SFREGIO O COSA?

tutta la zona circostante che và dalla Torre di Michelangelo alla Chiesetta passando per il vecchio cimitero, risulta abbandonata. Perché non creare un percorso grazie al quale turisti e residenti possano godere di uno spaccato di incommensurabile bellezza naturalistica ed architettonica e ricco di suggestione storica?

di Gennaro Savio

“Oggi mi sono recato tra la chiesetta di Sant’ Anna e la Torre di Guevara, tra le location del corto che abbiamo girato a settembre. Trovato chiuso il cancello della torre ho scelto di proseguire per l’altro sentiero, quello che passa dal vecchio cimitero. Erano evidenti i segni del cattivo tempo di questi giorni tra alberi abbattuti e fogliame sparso un pò dovunque, ma la sorpresa è stato trovare il cancello della vecchia chiesetta di Sant’Anna divelto. Letteralmente strappato dal muro come si può vedere dalle foto”. A denunciare sul proprio profilo Facebook l’abbandono della chiesetta risalente alla fine del 1400 è stato il Direttore artistico dell’Ischia Film festival Michelangelo Messina. “A settembre – ci ha dichiarato Michelangelo Messina – abbiamo deciso di girare un corto per valorizzare tutta la zona. Un cortometraggio che ci ha visto impegnati per vari giorni. A distanza di un mese sono ritornato sul posto per realizzare delle riprese esterne e con sorpresa ho notato il cancello della Chiesetta divelto”. La cosa che lascia perplessi e che presta il fianco alle ipotesi più disparate è il fatto che dentro questa chiesetta sconsacrata non ci sono tracce che lascino pensare che al suo interno si introducano tossicodipendenti alla ricerca di riservatezza o diseredati in cerca di bivacco. E allora perché rimuovere il cancello? Un atto di sfregio? E per quale motivo? Le uniche anomalie che abbiamo riscontrato si trovano alle pareti dove abbiamo notato dei disegni realizzati con della vernice di colore verde. Uno raffigura un omino con tanto di aureola, un altro realizzato al centro dell’altare sembra un teschio mentre sulla parete sinistra uno strano simbolo affiora col consumarsi della tempra utilizzata per l’ultima tinteggiata data probabilmente alle pareti in occasione della festa di Sant’Anna tenutasi alla fine del mese di luglio. Si tratta di simboli simili alla simbologia delle sette sataniche come ha ipotizzato anche lo stesso Messina? “Tra l’altro – ha sottolineato Messina – c’è anche una finestra rotta da cui si potrebbe entrare. E allora perché buttare il cancello a terra? Non ci sono resti di bivacchi, non ci sono i classici segni della frequenza di tossicodipendenti o altro ma c’è qualche segno sui muri e non sappiamo se qualche buontempone ci viene a fare qualche rito particolare e ha bisogno di una chiesa o di una cappella come questa”. Quello che rattrista è lo stato di degrado e di abbandono in cui versa da sempre questo spaccato di storia risalente al 1500, un angolo della nostra Isola da dove è possibile godere di uno dei panorami più belli al mondo essendoci sullo sfondo a fare da cartolina naturale il maestoso Castello Aragonese, gli scogli di Sant’Anna e il Golfo di Napoli. Oltre alla Torre di Michelangelo e alla vecchia chiesetta di sant’Anna, qui c’è un altro luogo storico dimenticato e abbandonato. Si tratta del vecchio cimitero dove nei secoli scorsi furono seppelliti i resti dei morti per peste. A vederlo sembra un insignificante appezzamento di terreno visto che a distanza di secoli, a dimostrazione che la memoria storica in Italia è qualcosa di insignificante per le Istituzioni del nostro Paese, non c’è neppure una lapide a ricordare la presenza di quel cimitero: che vergogna! Cosa aggiungere. Quello che dalla Torre di Michelangelo sino a giungere alla Chiesetta di Sant’Anna passando per il vecchio cimitero circondato da suggestive mura del XVI secolo potrebbe essere per residenti e turisti un percorso paradisiaco impregnato di storia e impareggiabili bellezze naturali, oggi rappresenta il simbolo del degrado in cui versa l’intero territorio del Comune di Ischia.

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