Si è tenuta nella sala della POA ad Ischia il 19 Aprile 2025 l’assemblea popolare proposta dal Fronte Unito dell’Ambientalismo isola d’Ischia, per un confronto sulle osservazioni al Piano Paesaggistico della Regione Campania per la parte riguardante l’isola d’Ischia.
Presenti esponenti del Fronte, dell’associazione Iskra, dei Vas, del Pan Assoverde, del PMLI, del Centro Studi dell’isola d’Ischia.
Nicola Lamonica ha presentato, in linea generale, la questione che dovrebbe essere aperta al confronto istituzionale locale e popolare entro il prossimo 2 maggio per passare poi la parola alla Regione per gli adempimenti esecutivi.
Dal dibattito è emerso un primo problema: come si potrà procedere se al momento c’è una gran confusione fra gli obiettivi del PPI (Piano Paesaggistico dell’ isola d’Ischia) e PdRI (Piano di Ricostruzione di tre comuni dell’isola con “ipotesi di valenza paesaggistica” come ci ricorda Italiana Nostra )? Se il Piano di Ricostruzione dovesse confliggere con le prescrizioni del Piano Paesaggistico “da elaborare ed approvare nelle esclusive forme di tutela previste dal Codice dei Beni Culturali del 2004”, strumento primario di tutela rispetto al vecchio Piano paesistico oggi in vigore e da superare?
Finora comunque, relative al PdRI, emergono le osservazioni di Legambiente Campania e di Italia Nostra, associazioni ambientaliste di vecchia data, e un giudizio sostanzialmente negativo da non trascurare da parte di Rigenera Campania guidata da Gianfranco Nappi. Tra le carenze rimane preoccupante l’imponente condono edilizio ancora da esaminare, la omessa consistenza dell’insanabile e la mancanza mappa di essa per i conseguenziali adempimenti istituzionali da farsi; una carenza che è di per sé scelta conflittuale improponibile nel momento attuale anche per “gli umori ed i rumori di piazza” che già si avvertono e che rimane in netto contrasto con gli obiettivi di crescita che il PPI si propone di conseguire per conservare qualità e sviluppo all’isola nella legittimità, diritti e occupazione in ogni sua fase di crescita.
Dopo aver ribadito il guazzabuglio amministrativo in cui ci si muove e la difficoltà di poter discutere su dati certi e non contrastanti, l’assemblea ha sottolineato la necessità (vista la prossima scadenza dei termini per le opposizioni!) di un accordo preliminare tra i Sindaci su obiettivi unitari; un’intesa aperta ai contributi popolare per un documento da consegnare al dibattito istituzionale regionale che dovrebbe far emergere e sostenere con la massima chiarezza e univocità, le scelte da adottare nel vero e solo interesse dell’isola, a difesa del suo patrimonio territoriale che si esprime sotto l’aspetto paesaggistico e termale, archeologico e culturale. In questa logica appare quanto mai essenziale e prioritario un censimento dell’abusivismo con una conferenza di servizi intercomunale decisoria che sia in grado di decidere cosa e dove intervenire per condonare o per abbattere!
Il Fonte Unito dell’ambientalismo lancia pertanto, un vero e proprio appello affinché i Comuni possano pervenire anche ad un’intesa unitaria ed aperta che dia la possibilità di definire l’istituzione del Parco Naturale dell’Epomeo come scelta di salvaguardia dei valori del territorio isolano, oggi quanto mai necessaria anche, se non soprattutto, per prevenire il rischio idrogeologico dell’isola; di un Parco Archeologico Naturale e Culturalecon riferimento all’area di Zaro, a quella di Pithecusa di con Sede operativa nell’ex Teleposto di Montevico (il cui recupero per sciatteria amministrativa, mista a disinteresse culturale e storico, ha allo stato consegnato agli interessi privatistici); del Parco di Ricerca Scientifica che recuperi e valorizzi l’ex Osservatorio Geofisico di Casamicciola attualmente abbandonato e irresponsabilmente lasciato all’incuria. In più, la difesa della fascia costiera e di quel patrimonio marino che già appartiene ad una Riserva Marina “Regno di Nettuno” non sempre puntuale nei suoi interventi, il recupero culturale del Maschio del Castello Aragonese,…. Dal dibattito è emerso ancora che è necessario far tesoro delle innovazioni introdotte dal PPR che, rispetto alla legge 1497/39 non sottopone l’intero territorio isolano ad un vincolo indistinto, ma distingue le zone già degradate e quelle ancora parzialmente incontaminate, dalla istituzione di parchi, alla difesa di vecchie opere ormai in disuso, alle parracine, ai sentieri, alle sorgenti d’acqua ancora attive.
L’assemblea ha infine condiviso la richiesta di una pianificazione isolana che superi gli attuali PUC (Piani Urbanistici Comunali) affinché si garantisca una visione unitaria e coordinata delle scelte da adottare.