Si è svolta ieri l’udienza innanzi al Tribunale del Riesame, presieduto dalla Dott.ssa La Posta, relativa alle misure applicate nei confronti di Vanni Ferrandino e Antonello D’Abundo nell’ambito del procedimento originato dalla denuncia dell’albergatore Ciro Castiglione in relazione ad un presunto episodio di concussione. I due furono arrestati l’11 aprile scorso e sottoposti agli arresti domiciliari.
All’udienza per l’accusa era presente il PM Luigi Alberto Cannavale che ha insistito per la conferma del provvedimento.
Per la difesa erano presenti gli avvocati Bruno Molinaro e Mario Tuccillo per Ferrandino.
Per D’Abundo era presente invece l’avvocato Stefano Pettorino.
Gli interventi degli avvocati sono stati molto articolati ed hanno impegnato gran parte del tempo a disposizione.
Era presente all’udienza, anche il maresciallo Ferrandino, il quale ha rilasciato ampie dichiarazioni spontanee a propria discolpa, ribadendo ancora una volta di aver sempre fatto, in ogni occasione, il suo dovere, ottenendo per questo il pieno gradimento dei suoi superiori e degli stessi magistrati, e di non aver percepito alcuna utilità dal Castiglione, avendo pagato le vacanze a Marina di Castellaneta con danaro proprio. A conferma di quanto sostenuto, il Ferrandino ha presentato la documentazione bancaria, nonché vari sms ed email tesi a dimostrare l’ assoluta liceità delle operazioni effettuate. L’avvenuto pagamento in danaro contante ad opera del Ferrandino è stato, inoltre, puntualmente confermato dal coindagato D’Abundo, agente di viaggi, e da un teste che ha assistito alla materiale consegna da parte del maresciallo Ferrandino al D’Abundo della somma pattuita quale prezzo del soggiorno turistico.
All’esito della discussione gli avvocati hanno insistito per l’annullamento ed in subordine per la dichiarazione di inefficacia della misura cautelare, non avendo trasmesso il PM, nei termini, tutto il materiale informatico acquisito durante la perquisizione eseguita la notte dell’arresto presso l’abitazione del Ferrandino. L’avvocato Molinaro, oltre a ribadire nel merito l’innocenza del Ferrandino, ha anche sollevato una serie di eccezioni processuali in ordine alla inutilizzabilità della registrazione del Castiglione per violazione delle norme del codice di procedura penale, in quanto effettuata in contemporanea con un servizio di osservazione esterna organizzato dalla polizia giudiziaria e, pertanto, in violazione delle norme del codice di procedura penale e dell’art. 6 della Convenzione Europea ed in particolare dell’inderogabile principio dell’equo processo. L’udienza è durata poco meno di due ore. I giudici si sono riservati. La decisione sarà depositata nei prossimi giorni.