E’ alle battute finali il processo che ruota attorno alla metanizzazione ed alla Cpl Concordia e che vede imputati tra gli altri ex dirigenti della Cpl per ipotesi di reato che, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere, corruzione e reati fiscali.
Il 16 gennaio 2018 furono assolti “perchè il fatto non sussiste” l’ex sindaco di Ischia Giosi Ferrandino e l’ex dirigente dell’ufficio tecnico Silvano Arcamone, coinvolti con l’accusa di presunti illeciti negli appalti per la metanizzazione dell’isola assegnati alla Cpl Concordia.
Ora, per gli altri imputati, il pubblico ministero nel tribunale di Modena ha avanzato le richieste di condanna:
per l’avvocato Massimo Ferrandino, fratello dell’ex sindaco Giosi, coinvolto per un contratto di consulenza con la Cpl Concordia, il pm ha chiesto due anni pena sospesa; per Roberto Casari, ex presidente della Cpl, cinque anni di reclusione, per Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali, la richiesta è di tre anni e sei mesi; per Nicola Verrini, responsabile commerciale dell’area Tirreno, tre anni di reclusione. Per Maurizio Rinaldi, amministratore di Cpl distribuzione,chiesti due anni di carcere; per Giorgio Montali, consulente esterno la richiesta dei pm è di due anni e tre mesi.
Lunedi prossimo la parola passerà agli avvocati difensori.
Il 30 marzo 2015 Massimo Ferrandino fu arrestato, il 3 aprile gli furono concessi i domiciliari. Il gip Amalia Primavera, dopo l’interrogatorio in carcere a Poggioreale accolse le istanze del suo difensore di fiducia, l’avvocato Vignola, disponendo i domiciliari. Una decisione presa in considerazione del fatto che Massimo Ferrandino dimostrò di non avere più il contratto di consulenza con la Cpl Concordia da un anno, ed anche di essere in contenzioso civile per alcuni mancati pagamenti inerenti la sua prestazione professionale.
Il 7 maggio 2015 il gip di Modena, Andrea Romito, ha accolto la richiesta di revoca dei domiciliari dell’avvocato Vignola e disposto per Massimo Ferrandino obbligo di dimora nel Comune di Roma.
il 2 luglio 2015 lo stesso giudice ha accolto l’istanza nella quale si chiedeva un permesso temporale in modo da permettere all’indagato di collaborare durante la stagione estiva con i suoi familiari nella conduzione dell’albergo Le Querce.
E cosi gli fu concesso di rientrare ad Ischia.