Potevano andare in spiaggia in questa afosissima giornata di luglio, le migliaia di persone che oggi hanno partecipato al corteo per la sanità, ma non l’hanno fatto e a giusta ragione perché in ballo c’è qualcosa di molto importante: il diritto alla salute, un diritto “ che non si tocca” come era scritto sui cartelli lungo la strada tra Casamicciola e Lacco ameno.
C’è chi è venuto in bici, chi suonava la tamorra; c’è anche chi è venuto con il cane o con la nonna che non si poteva lasciare a casa da soli, ma non hanno rinunciato e sono venuti lo stesso. Ognuno spinto dalla paura di diventare
“quel terzo mondo” in cui la malattia è una condanna, oppure di vedere attuato anche nel Bel paese il modello statunitense dove solo chi è ricco può curarsi, e dove le assicurazioni tengono in pugno la vita delle persone.
Non vogliono cadere in tutto questo, le persone che oggi hanno manifestato per strada; alcuni hanno già fatto i conti con una malasanità che lascia il segno, altri hanno vissuto indirettamente l’angoscia di sentirsi senza assistenza.
I più anziani hanno portato in piazza anche il rimpianto di essere stati cittadini di una nazione, l’italia, che è stata un modello di walfare e di assistenza sanitaria mondiale.
il corteo è partito da piazza Marina a casamicciola dove c’è stato il concentramento di associazioni, politici, forze dell’ordine, rappresentanti della chiesa e tanti, tantissimi cittadini eppoi si è diretto verso lacco Ameno e quindi si è concluso fuori all’Ospedale Rizzoli. E non poteva essere diversamente dal momento che è proprio l’ospedale Rizzoli – con il suo walzer di crisi, emergenze, tagli, mancanza di personale, eppoi rientri dell’ultim’ora – il fulcro della sanità isolana.
Ciò che ha caratterizzato la manifestazione di oggi è stata proprio la trasversalità: per una volta tutti uniti al di là delle proprie ideologie e schieramenti nel nome di un diritto inderogabile.
In prima fila al corteo i cinque sindaci di Barano, Forio, Casamicciola, lacco ameno, serrara fontana e il vicesindaco di Ischia, Enzo Ferrandino che hanno sottolineato l’importanza di difendere la sanità isolana e la necessità di annoverare Ischia tra le sedi disagiate per uscire una volta e per tutte dall’impasse che si è venuto a creare.
Anche il vescovo di Ischia, Pietro Lagnese, era in testa al corteo; lo stesso vescovo nei giorni scorsi aveva diramato un comunicato stampa invitando tutte le parrocchie e i fedeli a non mancare all’importante manifestazione organizzata dal comitato unitario per la difesa del diritto alla salute nell’isola d’Ischia;
insieme al vescovo erano presenti tanti alti rappresentanti della chiesa isolana, tra cui Don Carlo Candido che ha espresso con veemenza la sua critica sulla scelta di operare tagli economici in un settore, come quello della sanità, indispensabile per la vita delle persone. “ Temo che si stia andando verso una privatizzazione della sanità, verso quel modello americano che fa tanto paura. Non possiamo e non dobbiamo permetterlo – ha dichiarato Don Carlo – tagliassero piuttosto gli stipendi d’oro ai dirigenti governativi”
Tra l’altro oggi ricorreva l’anniversario del terremoto di Casamicciola, e bisogna dire che un terremoto c’è stato, ma in senso figurato e positivo.
Casamicciola – e tutti gli altri comuni dell’isola – si sono mossi per dare una scossa alle istituzioni.