IL VIRUS CI HA RESO PEGGIORI? NO, CI HA MOSTRATO CHI SIAMO!… DI VITO IACONO

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Una pagina difficile, ma altrettanto bella, della vita della nostra famiglia sembra superata!
Tante le testimonianze di affetto, tante le attenzioni per lo stato di salute dei nostri cari, per la bella storia e scelta di Gino di continuare ad insegnare nonostante la malattia.
Ma restano alcune sensazioni ed alcuni interrogativi ai quali, devo essere sincero, non riesco a darmi risposte e non riesco, come sempre, a non condividere!
Continuo a sostenere che non è il tempo delle polemiche, per il rispetto delle vittime del coronavirus e del dolore delle loro famiglie, per le persone che, da sole, hanno dovuto affrontare e vincere la malattia, per i tanti operatori del sistema sanitario, e non solo, che, anche a rischio della propria vita, sono stati vicini ai nostri pazienti, per i tanti che, per colpa del benedetto virus, oggi sono costretti a vivere senza lavoro e senza reddito nel disagio più assoluto.
Non è il tempo delle polemiche, ne sono convinto. Ma sia almeno il tempo della verità!
Non servono ipocrisie e falsi buonismi, serve la verità, non per “esorcizzare” lutti e dispiaceri o paure, ma per capire chi siamo. Non siamo quello che facciamo, siamo quello che siamo, a prescindere, anche al tempo di “coronavirus”.
Diciamo la verità la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha lasciato prevalere la diffidenza alla prudenza, il pregiudizio ai timori. Qualcuno ha pensato e provato, ancora una volta, a nascondere la propria utile ignoranza e la propria violenza dietro la paura, e questo ha riguardato anche le istituzioni locali e chi le rappresenta ai più “alti” (???) livelli.
Si sono nascosti dietro denunce più o meno anonime, hanno nascosto la loro vile cattiveria, i loro egoismi, la loro invidia(???) dietro incomprensibili silenzi o inopportune telefonate, qualche volta utilizzando e contaminando anche canali cosiddetti “istituzionali”.
Sono passate settimane senza mai preoccuparsi dello stato di salute di propri concittadini colpiti dal virus, hanno chiamato solo quando è insorta la malattia e poi, magari, il giorno dopo l’avvenuta guarigione. Hanno chiamato per inopportuni “ammonimenti” senza neanche chiedere dello stato di salute. Eppure ne avevano competenza e pure responsabilità!
Già ma loro erano occupati a litigare contro chi era chiamato a curare i nostri ammalati!!! Lo avevo detto che non era il tempo dello scontro, ma di stare insieme anche per evitare errori!
Non è che avessimo bisogno di qualcosa, ed anche se fosse stato, avremmo preferito vivere nel bisogno piuttosto che vedere feriti orgoglio e dignità. In fondo siamo indegni gente di terra!!!
Eppure anche il presidente del Consiglio si era accorto che qualcosa accadeva sulla nostra Isola, ed invece dalle istituzioni locali neanche una telefonata, almeno per sapere come andasse, una menzione ma non perché ne avessimo bisogno! E nessuno che si sia chiesto il perché. A dire il vero neanche la stampa si è chiesto il perché di questo assurdo ed assordante silenzio anche difronte ad una storia che pure aveva dato bella mostra della nostra Isola e della nostra gente.
Ma si, sono le stesse che per “dispetto” non adeguano gli impianti sportivi per costringerci, con meschinità e sadismo, a sacrifici insopportabili, sono gli stessi che per provocazione non sistemano le strade di accesso alle nostre case penalizzando decine di famiglie nostri vicini, sono gli stessi dei dossier anonimi o quelli che alla critica politica rispondono offendendo affetti personali e familiari e lavoro, gli stessi che “minacciano”, “intimidiscono”(???). Solo perché non la pensi come loro! Solo perché non sei come loro!
E però sono gli stessi che godono del sostegno della nostra(???) comunità, una comunità che non si indigna più per niente e neanche si pone domande, omologandosi, nella stragrande maggioranza, a quei profili che ne rappresentano, non per tutti per fortuna, i loro sentimenti(???) ed i loro valori(???).
Non ho forza e voglia di fare polemica, non è il tempo! Altre sfide, problemi, paure, inquietano la nostra comunità e la nostra famiglia e non ne vale la pena.
Una volta un mio amico “emigrato” mi chiedeva cosa mi legasse ancora a questa terra. Il Torrione, il Soccorso???
Forse no, ma certamente non saranno i tanti like dei tanti amici a farmi dimenticare i ritorsivi silenzi, le diffidenze, i pregiudizi, non saranno i bellissimi messaggi di tante bellissime persone, che pure vivono nella nostra Comunità, ad evitare che risuoni l’eco di quella domanda: cosa mi lega ancora a questa terra.
Una terra che ha visto ben atri protagonisti e vissuto ben altre stagioni si di bisogni, di grandi difficoltà ed anche di grandi paure, ma anche di grande solidarietà, umanità e bellezza dalle quali abbiamo appreso poco o niente.
E se dovessi pensare ad una risposta a quella domanda risponderei che è il ricordo di quella stagione che mi lega a questa terra, ma se il ricordo non si trasforma in testimonianza concreta penso che non c’è più niente che mi lega a questa terra!