Il Rotary è qualcosa di mondiale che va ben oltre le beghe del Comune di Lacco Ameno (di Vincenzo Acunto)
Il quotidiano “Il dispari” del 27 aprile, pubblicava in prima pagina una gigantografia del sindaco di Lacco
Ameno con di fianco la scritta in cubitale “Il Comune non è il Rotary”.
All’interno una lunga intervista del primo cittadino, risentito per il comportamento del suo ex assessore Giacinto Calise che, per qualche insoddisfazione, è “volato” all’opposizione.
L’impaginatore del quotidiano, tra le tante cose dette dal sindaco, restava attenzionato da due passaggi, al punto da farne il titolo della prima e quello della pagina 6. Il Pascale, volendo stigmatizzare la caratterialità divisiva del Calise, diceva “da un Rotary ne ha fatti due” e, per far risaltare il desiderio di potere, o altro, del soggetto, diceva “Aveva preso il Comune per il Rotary”.
Non voglio stare qui a soffermarmi come mai l’impaginatore, tra le tante cose dette dal sindaco peraltro in un lessico terribile e con allusioni stimolanti accertamenti di altra natura, si è sentito attratto dalle citate espressionI per farne il titolo di prima (come dalla foto), ma per replicare al Pascale, da rotariano fondatore dello storico club “Isola d’Ischia”, che il Rotary è una organizzazione mondiale, che va ben oltre il Comune di Lacco Ameno, che, considerate le cose, ancora oggi purtroppo, si permette il lusso di avere un sindaco che fa confusione tra “la goccia ed il mare”. Con ciò non escludo che, come in ogni buona famiglia può allignare qualche negatività, anche nel Rotary è potuto succedere dicendo, senza infingimenti, che Giacinto Calise potrebbe essere quell’eccezione che conferma la regola.
Imputet sibi, signor Sindaco, se non ha saputo leggere, nel tempo debito, che dietro quel faccino perennemente imbronciato (come quello di un bimbo al quale la mamma nega il lecca lecca) potesse celarsi qualcosa di diverso da quel che le appariva. Anche perché, dovrebbe ricordare che, pur non essendo lacchese, in un mio pezzo antecedente le elezioni ultime, il 6/6/2020, gli evidenziai che nel comporre la sua lista aveva “pescato taluni candidati nella stanza dei risentimenti tra i quali (scrissi) spicca qualche traditore seriale sia dell’amicizia che dei principi di lealtà consociativa”.
Vicende che, in ogni caso nulla “c’azzeccano” con il Rotary che, forse lei non sa, riesce sempre
a sviluppare, al suo interno, gli anticorpi necessari per liberarsi di negatività o di protagonisti smaniosi. Come è successo nel mio club Rotary, ove, dopo anni di sofferenze dovute alla caratterialità divisiva e allo smodato desiderio di protagonismo del soggetto che l’imbarazza, senza fanfaronate, si crearono le condizioni perché esso prendesse la via di uscita. Non immaginando che altri potessero restare, come lei, vittime di allucinazioni che, maldestramente, hanno consentito la nascita, in un territorio limitato come il nostro (fatto mai avvenuto altrove), di un altro club ove, annoto con soddisfazione e senza incertezze, la partecipazione di persone eccellenti che sicuramente segneranno quel passo differenziale che l’istituzione merita e che, spero, in breve tempo, condurrà al ricongiungimento dell’operatività di intenti. Ovviamente senza chi manifesta aspirazioni diverse che potrà, eventualmente, restare imbronciato all’ombra del fungo lacchese.
Sappia signor Sindaco, per citarne solo alcune, che il Rotary, nel mondo, con il programma “Polio Plus”, sostenuto dalle donazioni di tanti rotariani (anche ischitani) ha eradicato, quasi del tutto, la Polio; sovraintende, operativamente, ad attività dirette all’alfabetizzazione di milioni di persone che non sanno né leggere, né scrivere; sviluppa, operativamente, programmi a difesa di un bene primario qual è l’acqua o al ritorno dei, tanti, cervelli che per stoltezze politiche sono andati via dall’Italia. È presente all’ Onu ove detiene il più alto status consultivo consentito ad una organizzazione non governativa, per il quale è chiamato a supervisionare molte agenzie specializzate delle Nazioni Unite. Quindi qualcosa che va molto, molto al di là del “fungo di Lacco Ameno”, della sua piccola seggiola o del suo ex assessore che, con grave miopia, scelse tra i suoi collaboratori. Sarebbe opportuno, per il futuro, che per evitare ulteriori brutte figure, prima di usare la parola Rotary si informi e non si lasci andare a considerazioni da “bar sport” per le quali ha lasciato trasparire che il Rotary possa essere sospettato di essere una conventicola di affaristi. Borotalco cogitat!
acuntovi@libero.it