I PRIMI CENTO GIORNI. DI VINCENZO ACUNTO

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Si dice che i primi cento giorni operativi di una qualsiasi amministrazione danno la percezione di quello che sarà il contenuto dell’azione amministrativa futura. Seguo le vicende poilitiche di Serrara attraverso qualche accesso al portale telematico e la vita del paese in cui vivo dalla nascita.   L’insieme è sicuramente poco esaltante. Per le mie modeste conoscenze, l’attività amministrativa dovrebbe riassumersi nell’azione di indirizzo e di controllo del consiglio comunale; in quella di esecutiva della giunta e nelle attività operative dei funzionari che danno fisica esecuzione ai provvedimenti amministrativi.

Dalla proclamazione degli eletti ad oggi il consiglio comunale di Serrara si è riunito tre volte. Il 21 ottobre quando si approvava la delibera di insediamento; la nomina della commissione elettorale, la nomina dei giudici popolari, e la conferma delle commissioni consiliari. Una seconda volta il 29 novembre, quando si sono approvati i verbali della seduta precedente, si è data pubblica benemerenza al defunto sacerdote Angelo Iacono e si è approvato il regolamento “de.co” per la valorizzazione delle attività agroalimentari locali. Una terza volta il 20 dicembre, quando si approvarono il regolamento comunale per l’autorizzazione dei progetti relativi al rischio sismico, la nomina per la commissione per il paesaggio; il nuovo regolamento ruec e la ricognizione periodica delle partecipazioni pubbliche. Onestamente faccio fatica ad individuare, negli argomenti sintetizzati, una proficua “attività di indirizzo” a fronte delle pesanti problematiche che investono il paese e la sua popolazione. La nota positiva (almeno si spera) è la nomina della commissione per la tutela del paesaggio che, forse, potrà dire qualcosa sull’urbanizzazione dello scoglio delle parate di S.Angelo e sulle tante baracche che, d’estate, con la complicità della soprintendenza, si lasciano edificare su arenili e scogli per esercitare attività di ristorazione.

Tra le attività della giunta municipale -una ottantina di delibere-, quelle che appaiono curate sembrano essere: il “patrocinio alla Epomeo ASD; patrocinio alla festa del mandarino; la manutenzione dell’area giochi di Serrara; un sostanzioso riconoscimento economico a qualche funzionario ed agli assessori, la contrazione di un mutuo per eseguire una demolizione, il rendere accessibile il borgo di S.Angelo con le auto. Troppa poca cosa. Tra le ordinanze risaltano quelle di demolizione per edilizia abusiva. Un vuoto siderale enorme in cui si perde l’attività amministrativa del civico consesso serrarese che, col l’inutile vivacchiare, offre la cosiddetta “prova regina” alla inutilità dell’ente locale, di cui si è discusso la scorsa settimana in questa pagina. Inutilità che non stimola più nemmeno gli organi di controllo o tutori che pensano solo a districarsi tra la burocrazia. E, solo per rendere un esempio, sarebbe interessante o forse divertente verificare in virtù di quale procedimento tecnico giuridico, il proponente, i funzionari responsabili (area tecnica, viabilità e segretario comunale) e il sindaco, hanno potuto licenziare la veicolizzazione e la sosta del borgo di S.Angelo. Quel borgo che tutti i giorni sale agli onori della cronaca nazionale (se non mondiale) per le meravigliose riprese che amanti pubblicano in una chat di facebook. Sarebbe interessante anche verificare taluni accertamenti tecnici che hanno prodotto le ordinanze di demolizione che, oltra a certificare un persistente abusivismo edilizio, evidenziano che l’occhio sanzionatorio si ferma, quasi sempre, sulla soglia dei piccoli abusi o a quelli di necessità. Lasciando emergere una “guercia visiva” imbarazzante. Quello che sgomenta è che per l’informazione locale, l’interesse dell’opinione pubblica sulle vicende politiche serraresi, si ferma al desiderio di conoscere della decisione di “affidare in gara la cessione di 5 veicoli non marcianti” o della “nomina di questo o di quell’altro avvocato per difendere il comune innanzi il giudice di pace”!! Sembra indubbiamente poco se non inutile.

Quello che resta per tanti (non per me) avvolto nel mistero è il comportamento di Cesare Mattera che, passato dalla certezza della vittoria ad una disfatta inimmaginabile (nemmeno ai critici), se ne sta, come la “zita contegnosa”, appartato in uno sdegnato distacco, in attesa che passi la stella cometa ad annunciargli la, lieta novella. Non partecipa ai consigli comunali o ad attività amministrative, non vive il paese (che gira solo di notte) e frequenta solo il suo consigliere giuridico (l’ex vigile urbano “pepp a raustell) che nella campagna elettorale s’era molto speso per lui disegnadogli il percorso del successo verso Caruso e i suoi cari.

Un giorno, come già fece nel 1994, quando avrà fiutato una “chance” di poter rientrare in gioco si ripresenterà. A chi, nelle immediatezze della disfatta, raccontava del suo proposito di abbandonare la scena per la brutta figura rimediata, lo rassicuravo che l’evenienza non si sarebbe verificata. Conoscendo bene il personaggio, ritengo che è dal momento della disfatta che la sua mente vede proiettare il film della crisi che si aprirà per riportare Rosario Caruso alla guida del paese (che oggi è solo sostanziale e non anche figurata). Fantapolitica? Assolutamente no. Tutti sanno che nel vuoto delle inutilità che spesso si creano ad arte, si sviluppano correnti ascensionali che li vanno a colmare. Caruso è persona intelligente, abile e ottimo organizzatore di braci paesane nelle quali, lui sa, che a fuoco lento ogni pietanza diventa più gustosa. Sembra quasi di rivivere il paradosso della “teoria dell’orda primordiale” con la quale S. Freud espone l’origine della civiltà che, in origine, e formata da “ominidi” tra i quali il capobranco imperioso e autoritario trattiene, per sé, tutte le femmine senza accorgersi di determinare un tabù per i propri figli maschi che, patendo la costrizione decidono di stipulare un’alleanza per uccidere il padre e mangiarne le carni allo scopo di prendere il suo posto. acuntovi@libero.it