GOVERNO, QUALE LA SOLUZIONE MIGLIORE? DI ANTIMO PUCA

0
67
I regimi si scoprono quando è tardi, e allora è quasi sempre troppo tardi per ritornare liberi. Come ci insegnò Primo Levi occorre essere sempre diffidenti con chi cerca di convincerci con strumenti diversi dalla ragione, ossia con capi carismatici e poiché è difficile distinguere i profeti veri dai falsi, è bene avere in sospetto tutti i profeti, è meglio rinunciare alle verità rivelate, è meglio accontentarsi di verità più modeste, quelle che si conquistano faticosamente, senza scorciatoie e che possono essere verificate e dimostrate.
L’ultima cosa che possiamo permetterci in questo frangente è una crisi di governo. E con un debito aggravato dalla pandemia.
Nessuno sogna un partito totalitario retto da un pugno di ferro che reprime le discussioni e le critiche.
Ma un’ossatura friabile al primo diverbio impedisce di governare.
In una forza politica vigorosa i contrasti permangono e sono pure fecondi, ma si compongono nell’unità di una comune battaglia per fini che sono sentiti superiori alle diversità di opinioni e di tendenze. Le varie ragioni dei gruppi centrifughi possono essere in molti casi valide.
Ma la dispersione è obiettivamente alleata dell’avversario.
In tanti casi può esser necessario votare non, come ovviamente ognuno di noi vorrebbe, per un partito ideale, ma per il male minore. Oltre un certo limite, la rabbia anche soggettivamente nobile diventa autolesionismo, come nella vecchia e abusata barzelletta del marito che si evira per fare dispetto alla moglie.
Non ci sono certezze, se non il senso di un dovere non ancora compiuto: ricostruire dalle macerie e creare un sistema democratico unito. La sola speranza è che sia cambiato il pubblico e che in platea ci siano consistenti forze giovani, quelle del buon senso, della voglia di fare, della esigenza di futuro.
di Antimo Puca