A Ischia, secondo me, gli albergatori sono “capre”. Gestiscono la quasi totalità della forza lavoro e producono l’80 % del fatturato dell’intera isola ma sul piano politico e della gestione pubblica non contano niente. Lasciano che del paese se ne occupino persone che spesso e volentieri sono incompetenti, che di turismo non ne capiscono niente e che con le loro scelte danneggiano l’isola. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: calo di presenze, perdita di mercati importanti come la Germania, trasporti marittimi con prezzi proibitivi, trasporti terrestri inadeguati, ambiente marino e terrestre compromesso, servizio nettezza urbano indegno per un paese turistico, servizi ed assistenza ai turisti inesistente.
Ne consegue che i prezzi praticati dagli alberghi sono sempre più bassi. Questo porta ad un prodotto scadente, utili insufficienti a rinnovare e adeguare gli alberghi, sfruttamento delle forze lavoro, indotto (negozi, ristoranti, etc.) in ginocchio.
A Ischia serve una regia comune, serve tracciare una rotta e sapere fin da oggi per i prossimi dieci anni cosa fare. Serve che il “padrone delle ferriere” , in questo caso gli albergatori, si compattino e scelgano per l’isola una strategia per il futuro, un’ immagine da proporre ed impongano tutto ciò ai politici di turno.
Solo gli albergatori, con la loro forza economica e la massiccia presenza su tutto il territorio, possono fare questo.
Non farlo equivale ad avere un’isola e un turismo sempre più scadente.
Ma non solo. Importante sarebbe anche decidere, con accordi sindacali in seno all’associazione, la politica dei prezzi, per non permettere più a nessuno di fare 16 euro la pensione completa in un albergo a quattro stelle con le bevande ai pasti.
P.S.: Domenico De Siano e Giosi Ferrandino pur essendo albergatori non rappresentano la categoria perché sono solo espressioni della loro individualità e del loro partito.