GENNARO SAVIO SCRIVE A CARMINE CASTALDI

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“Caro Compagno Carmine”, inizia così la lettera che Gennaro Savio ha scritto a Carmine Castaldi dopo il gesto che l’uomo ha compiuto ieri mattina.  “In questo momento di forte dolore per quanto accaduto stamattina, non riesco a trovare le parole giuste per esprimerti l’affetto che meriti. Posso dire che oltre nelle sezioni di Partito, sin dai primi anni di vita sono cresciuto anche in casa tua, con la Tua amatissima Luciana che mi considerava praticamente un figlio. E chi dimentica più le riunioni andate avanti sino a notte fonda, i comizi, le manifestazioni di piazza, oppure i giorni di Natale, Capodanno e Pasqua trascorsi per strada assieme a te, mio padre e altri compagni a difendere il nostro territorio dal sacco dell’abusivismo edilizio affaristico, Cava dell’Isola compreso, mentre tutti i nostri parenti erano a tavola a mangiare anche per noi. E le minacce subite… o quella volta che fummo inseguiti per le strade di Forio… E le notti trascorse a difendere i nostri pochi manifesti elettorali che il potere politico copriva con vigliacca prepotenza… E le tue, le nostre battaglie, contro lo schifoso e disumano sfruttamento dei lavoratori nelle aziende del turismo e del grosso commercio che continua vergognosamente perchè il capitalismo è sinonimo di disuguaglianze economiche e sociali… E quella volta che in piazza Maltese, avevo circa cinque anni, bloccai sulla scaletta del palco, allargando le mani e aggrappandomi ai lati dei passamano, un tizio che voleva aggredire mio padre impegnato in un durissimo comizio. Quella volta fu Franco Monti, decisamente più robusto, a spostarmi con la forza. Me la feci sotto dalla paura è vero, ma volevo difendere a tutti i costi mio padre che di notte, al telefono, quasi quotidianamente subiva minacce di morte. Ero piccolo, quattro, cinque anni, ma volevo stare sempre accanto a voi perché intuivo che stavate, stavamo, dalla parte giusta. E sono orgoglioso di aver rinunciato a parte di qualche Cenone di Capodanno o di qualche pranzo di Natale coi miei nonni e i miei cuginetti perché da quelle esperienze ho tratto un grande insegnamento di vita, di umanità e di solidarietà che possono capire solo coloro che hanno fatto i nostri stessi sacrifici e gli stessi nostri percorsi politici, rinunciando a tanto e soffrendo, spesso, anche l’isolamento. Ti ringrazio per avermi telefonato spesso, sino a qualche giorno fa, e scambiato opinioni anche a sera tarda. Ti ringrazio immensamente per la stima che ad ogni telefonata mi dimostravi. Sono scioccato per non essere riuscito mai a percepire il tuo difficile momento o forse sei stato bravo tu a nascondermelo… Nell’ultima telefonata, prima di salutarci affettuosamente, mi hai detto: “Dì anche a tuo padre che io sono con voi…”. Parole, queste, che mai come in questo difficile momento ci caricano ulteriormente di responsabilità perché è vero che per qualche anno le nostre strade politiche si sono divise, ma se oggi mio padre siede in Consiglio comunale è anche grazie a te. E la tristezza è quella di dover constatare che in quarant’anni nulla è cambiato in seno al governo di Forio. A parte qualche “giovane” anagraficamente ma vecchio e stravecchio politicamente, sono sempre loro a fare il bello e il cattivo tempo nel nostro Paese, gli stessi che negli anni settanta e ottanta ci costringevano a notti insonni nelle Sezioni del Partito e a dare battaglia nelle piazze per difendere la nostra Terra e preservarla alle future generazioni di cui allora facevo parte anche io. Che tristezza Carmine. Il popolo di Forio per oltre quarant’anni ha continuato a votare i massacratori sociali della nostra stupenda Cittadina, ma noi siamo ancora lì a difendere con orgoglio, coraggio, coerenza e determinazione i diritti di tutti i Foriani. Caro Carmine, vorrei dirti tante cose ancora, ma la tastiera è piena di lacrime in quanto la commozione non mi permette più di trattenerle. E non posso permettermelo in questo momento perché Simone di tre anni, ancora sveglio, continua a bussarmi alla schiena, vuole giocare, e lui non capirebbe perché il suo Papà, all’apparenza grande, grosso e coraggioso, piange. Mi auguro solo di poterti riabbracciare presto. Esprimo tutta la mia vicinanza a Martina, Maurizio, Onofrio e i tuoi nipoti. Ciao Carmine”.

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