(Adnkronos) – Continua a salire il bilancio dei morti per gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza. Almeno 38 palestinesi sono stati uccisi e altri 204 feriti nelle ultime 24 ore in seguito ai bombardamenti israeliani. Lo ha reso noto il ministero della Sanità dell’enclave attraverso un comunicato diffuso su Telegram. Il numero, precisano le autorità sanitarie, non include le vittime di ospedali nel nord della Striscia, a causa delle difficoltà di accesso a quelle strutture.
Il portavoce della Protezione civile, Mahmud Bassal, ha riferito che cinque vittime sono state registrate dopo il crollo di un’abitazione a Jabalia, mentre un drone ha colpito le tende di sfollati a ovest di Nuseirat, causando un altro morto.
L’esercito israeliano, che negli ultimi giorni ha intensificato l’offensiva definendola una “nuova spinta” per annientare Hamas, ha dichiarato di aver effettuato oltre 100 attacchi su tutta la Striscia nelle 24 ore precedenti.
Secondo il ministero, dall’inizio della guerra il 7 ottobre 2023, il bilancio complessivo è salito a 53.939 morti e 122.797 feriti. Solo dal 18 marzo, data in cui Israele ha rotto la tregua con Hamas, si contano almeno 3.785 vittime e oltre 10.700 feriti.
Intanto le sirene d’allarme sono risuonate nell’area di Gerusalemme, nei territori occupati della Cisgiordania meridionale e nelle comunità vicine al Mar Morto, in seguito al lancio di un missile balistico dallo Yemen verso Israele. Lo ha confermato l’esercito israeliano – ripreso dal Times of Israel – che ha successivamente informato di aver intercettato il missile, attribuito agli Houthi filo-iraniani.
Pochi minuti prima delle sirene, i civili avevano ricevuto un avviso preventivo tramite notifica push sui propri telefoni, segnalando l’arrivo di un missile a lungo raggio. Secondo l’Idf, dall’inizio della ripresa dell’offensiva contro Hamas nella Striscia di Gaza, avvenuta il 18 marzo, gli Houthi hanno lanciato contro Israele 39 missili balistici e almeno 10 droni. Diversi ordigni sono caduti prima di raggiungere il territorio israeliano.
Gli Houthi hanno rivendicato l’attacco rendendo noto di aver lanciato un “missile balistico ipersonico” contro l’aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv. In un comunicato diffuso su X, i ribelli hanno affermato che “l’operazione ha raggiunto con successo il suo obiettivo”, sostenendo di aver causato il panico tra i civili israeliani e il blocco temporaneo dell’aeroporto. Nel messaggio, le forze armate yemenite hanno anche ribadito il loro “divieto continuo al traffico aereo verso l’aeroporto di Lod”, affermando che molte compagnie aeree si sarebbero già adeguate alla restrizione, con conseguenze significative sulla mobilità aerea nella regione.
Intanto il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ha invitato la comunità internazionale a prendere in considerazione sanzioni contro Israele per fermare la guerra a Gaza. Parlando a margine del vertice di Madrid con 20 Paesi europei e arabi, Albares ha dichiarato a France Info che “questa guerra non ha più alcun obiettivo” e che “bisogna fare tutto il possibile per fermarla”.
L’incontro, che coinvolge anche la Lega Araba e l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, punta a rilanciare una soluzione a due Stati e a garantire un accesso massiccio e senza ostacoli agli aiuti umanitari per Gaza. Albares ha criticato il controllo israeliano sugli aiuti, affermando che “non può essere Israele a decidere chi può mangiare e chi no”. Dopo la decisione dell’Ue di rivedere l’accordo di cooperazione con Israele, il ministro ha sottolineato che “dobbiamo considerare anche le sanzioni”.